“La via maestra per ridare dignità alle onorificenze della Repubblica italiana, è quella di annullare immediatamente quella conferita a Boris Pahor lo scorso 13 luglio 2020. Il vilipendio, commesso da Boris Pahor, da sempre negazionista sulla tragedia delle foibe, di un intero popolo costretto alla diaspora per scampare al genocidio, non può essere premiato con gli onori dell’Italia” denunciano l’On. Stefano Mugnai, Vicepresidente del Gruppo Forza Italia alla Camera, l’On. Erica Mazzetti, Deputato Azzurro, Jacopo Cellai, Capogruppo Forza Italia al Comune di Firenze e Coordinatore cittadino, Giampaolo Giannelli, Vicecoordinatore Provinciale Forza Italia Firenze.
Una dura presa di posizione che arriva dopo quella del Senatore Maurizio Gasparri che aveva attaccato nei giorni Pahor riportando le sue dichiarazioni negazioniste sul dramma delle foibe.
“Già le cerimonie che avevano visto la presenza del Presidente Mattarella col suo omologo sloveno Borut Pahor – proseguono Mugnai, Mazzetti, Cellai e Giannelli – avevano lasciato l'amaro in bocca alle comunità fiumane, istriane, giuliano-dalmate, con l'amarezza per l'equiparazione tra infoibati italiani e terroristi del Tigr sloveni, nonché la cessione del Balkan, rispetto alla quale Forza Italia aveva espresso profonda contrarietà. Ma quel che risulta assolutamente intollerabile è il conferimento dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana allo scrittore Boris Pahor, che in vari modi, a più riprese, ha sempre negato l'esistenza delle foibe”.
“Nelle foibe sono stati ammazzati dai comunisti slavi migliaia di italiani, che vanno ricordati e onorati anche da Boris Pahor. Lo scrittore non può prendersi una onorificenza facendo il negazionista. Occorre onorare e rispettare la memoria dei nostri connazionali che tanto hanno sofferto per questo immenso dramma. Ecco perché – concludono Mugnai, Mazzetti, Cellai, Giannelli – è indispensabile che si ritiri questa onorificenza perché non può dire che le foibe sono una balla, una menzogna, una bugia. Il rispetto per le vittime e la compartecipazione al profondo dolore che avvenimenti di inaudita violenza hanno prodotto nel tessuto delle nostre comunità si assicura in vari modi: in questo caso lo si faccia ritirando immediatamente questa onorificenza”. (s.spa.)