Il capogruppo e coordinatore cittadino Cellai, il vice coordinatore Villa e un gruppo di avvocati del partito hanno manifestato questa mattina davanti al Palagiustizia di Novoli
Queste le dichiarazioni del capogruppo e coordinatore di Forza Italia Jacopo Cellai e del vice coordinatore Tommaso Villa insieme agli avvocati Maria Grazia Internò, Gabriele Sernesi, Marco Barbaro, Elena Rossi e Alessandro Borgheresi
"Diciamo un forte e netto NO alla riforma della prescrizione. Questa mattina siamo presenti davanti al Palagiustizia per esporre tutta la contrarietà di Forza Italia verso questa scelta del Governo e per evidenziare tutti i rischi e le conseguenze di questa riforma annunciata. Sottoporre a processo un soggetto a una distanza di tempo irragionevole da quando ha commesso il reato pregiudica il suo diritto a difendersi attraverso le prove, così come fa venir meno il principio per cui la pena deve puntare alla rieducazione: se interviene dopo un periodo troppo lungo, interviene su persona diversa, che è cambiata nel tempo. In Italia vige la presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva ma l’irragionevole durata del processo tiene comunque l’imputato sospeso a un processo che è già una pena di per se stesso".
"La riforma Bonafede, tanto sbandierata dal Movimento 5 Stelle, prevede la sospensione della prescrizione, e i grillini dicono «per velocizzare i processi», quando invece l’effetto prodotto è il contrario. Non riuscendo, con una modifica strutturale e organica, a risolvere le cause che rallentano i processi penali in Italia il governo ha pensato bene di cancellare la "sanzione", cioè la prescrizione. Qualora dovesse essere approvata la riforma i procedimenti avranno tempi biblici, visto che scompare la prescrizione per i gradi di giudizio successivi al primo. Così l’imputato, anche se assolto in primo grado, potrà dover sottostare a giudizi di appello e di Cassazione senza limiti temporali di prescrizione. L’abolizione di fatto della prescrizione ha effetti catastrofici su un sistema caratterizzato da infinite lungaggini come il nostro: venendo meno la prescrizione, viene meno l’unico fattore acceleratorio, l’unico elemento di “pungolo” e sollecitazione all’operato di cancellieri, PM e magistrati. Il ministro Bonafede vuole curare un male, la lentezza dei processi, con un altro male maggiore, cioè renderli senza tempo, così aggravando il danno che voleva riparare, e creandone una nuovo, a carico dei cittadini, eterni imputati". (fdr)