“Una lezione per chi credeva di poter amministrare il territorio senza considerare la popolazione”
Questa la dichiarazione di Miriam Amato, consigliera aderente a Potere al Popolo
“Lottare serve, è necessario non arrendersi mai, e oggi è un gran giorno, in cui dopo decenni di lotte e denunce si concretizza una grande vittoria. Dove non è arrivata la politica – commenta la consigliera del gruppo misto Miriam Amato aderente a Potere al Popolo – sono arrivati i giudici amministrativi, che hanno respinto il ricorso contro la sentenza del Tar della Toscana, che aveva annullato l'autorizzazione alla costruzione dell’inceneritore.
Proprio stamattina eravamo in Presidio sotto la Corte dei Conti, per conoscere l’iter intrapreso dall’esposto fatto dalle Mamme No Inceneritore con altre sigle ambientaliste – Wwf, Forum ambientalista, Italia Nostra, l'associazione Zero Waste – sui 43 milioni di danno erariale per la mancata raccolta differenziata. Ed abbiamo appreso che anche quello presentato da me e Simone Franciolini nel 2015, sempre sullo stesso tema, è rientrato nello stesso fascicolo.
Intanto oggi chi credeva di poter amministrare il territorio senza considerare la popolazione ha ricevuto una bella lezione e, come dicono le Mamme No Inceneritore, “Senza la gente, non si decide niente”.
“Un ringraziamento va ai Comitati della Piana, alle Mamme No Inceneritore e a tutti coloro che hanno messo la loro competenza come il Dottor Gianluca Garetti e l’avvocato Claudio Tamburini a sostegno di questa lotta.
La Piana fiorentina deve essere liberata dalle grandi e dannose infrastrutture, per riaffermare la realizzazione integrale del Piano agricolo della Piana, con le sue potenzialità occupazionali, dalle quali partire, per realizzare un laboratorio di sperimentazione ambientale e civica, in chiave antispeculativa, solidale e mutualistica.
È necessaria – conclude Miriam Amato – la riappropriazione e l’uso collettivo di numerose aree della Piana da parte di attivisti, abitanti, associazioni, in modo da garantire non solo la tutela e la cura delle zone in oggetto, ma anche l’interdizione di tutte quelle iniziative, che ne potrebbero alterare o distruggere l’alto e prezioso valore ambientale, agricolo ed economico”.