“Firenze è una città a forte trazione turistica e molti appartamenti all’interno del centro storico sono stati destinati ad un tipo di turismo recettivo breve, ovvero quelle forme di attività che non vengono a dover rispettare l’obbligatorietà del contratto scritto e registrato e nella comunicazione all’amministratore per l’aggiornamento dell’anagrafica condominiale. La caratteristica di questo immobile – ha spiegato il consigliere della Lista Nardella Luca Santarelli nel corso di un Question Time al quale ha risposto l’assessora al turismo Cecilia Del Re – è che essere di tipo turistico recettivo breve non devono cambiare la categoria catastale, si tratta, infatti, di civile abitazione. Il turistico recettivo breve porta alle casse del Comune contributi rilevanti e lo stesso Comune ha posto in essere dell’azioni di ricerca di coloro che non osservano le normative. Il veloce cambio di fruitori crea, inoltre, delle controversie condominiali. Occorre una regolamentazione di queste locazioni e, come ci ha spiegato l’assessora Del Re, il tema pone una particolare attenzione agli aspetti condominiali per la destinazione d’uso degli appartamenti classificati come civile abitazione ed utilizzati per le locazioni turistiche brevi. Il Comune di Firenze è da tempo impegnato, su più livelli, per chiedere una regolamentazione di questo fenomeno come è avvenuto in altri paesi europei. In alcuni casi sono state inserite delle limitazioni a questo fenomeno che è esploso con la diffusione delle piattaforme digitali che promuovono questo tipo di affitti. Firenze, insieme a Bologna, sono le uniche città italiana che siedono a livello europeo per capire come applicare delle limitazioni alle piattaforme alle quali si applica ancora la direttiva sull’e-commerce 2000 che permette solo allo Stato dove ha sede la piattaforma di apportare limitazioni alla piattaforma stessa. Il sindaco di Firenze è stato ricevuto dalla vice presidente della Commissione europea che si è presa l’impegno di aggiornare il digital service act ed il digital market act, cosa che ha fatto nello scorso dicembre e che ora passerà al vagli del Parlamento europeo. Sul fronte nazionale è stato riconosciuto, nell’ultima finanziaria, che si tratta di attività d’impresa e che quindi non si applica la cedolare secca ed occorre la partita Iva per i soggetti che allocano più di quattro appartamenti. Su questo tema, ci siano confrontati anche con la città di Venezia, affinché il Parlamento prenda in esame il tema della concorrenza rispetto alle attività recettizie ed è stata richiesta una modifica urbanistica perché queste attività si svolgono in immobili che hanno la destinazione d’uso residenziale. Sul fronte dei controlli l’amministrazione ha preso un accordo con la Guardia di Finanza per il controllo dell’imposta di soggiorno. Nel nuovo piano operativo l’amministrazione metterà in essere tutto ciò che è possibile per incrementare la residenza nel centro storico. L’obiettivo è riportare nuovi residenti.
Il Comune è riuscito ad essere veloce su questo tema. Le leggi – ha aggiunto il consigliere della Lista Nardella Luca Santarelli – spesso sono più lente delle esigenze. Nel 2019 la Cassazione ha previsto che un regolamento condominiale può vietare il bed and breakfast e questo derogando al principio costituzionale che prevede che solo la legge può disciplinare la proprietà privata”. (s.spa.)