“Ci fa piacere che, quantomeno, la società abbia ammesso che la vicenda ha creato un vulnus e che da ora in poi si procederà in modo diverso. Sul come avremo modo di dibatterne in Consiglio comunale”
“Nell’audizione di stamani di direttore generale e presidente di SaS in commissione Controllo ho voluto chiarire la vicenda dei manifesti Pro Vita cancellati dalla partecipata del Comune nel primo week end di dicembre. È emerso che la decisione di oscurare i manifesti è stata presa dal responsabile del settore SaS a seguito di una telefonata partita da Palazzo Vecchio, in particolare dalla p.o. dell’ufficio comunale servizio affissioni. Ci sembra una modalità a dir poco non ortodossa di applicare una norma del codice della strada, in quei casi in cui i manifesti siano “lesivi dei diritti, discriminatori e inaccettabili”. Nel caso di specie, chi ha deciso che i manifesti firmati Pro Vita con la scritta “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini nelle scuole. Stop gender e carriera alias” e l’immagine delle gambe di un bambino con una calzatura da uomo e una calzatura da donna fossero lesivi e inaccettabili? Una dipendente comunale. Se vi sembra normale…
SaS, come ha sostenuto il presidente Marco Semplici dopo aver chiesto un parere all’ufficio legale della società, avrebbe ‘agito in autotutela’. Sì, ma dopo aver ricevuto una telefonata da Palazzo Vecchio!
Come ci è stato confermato, non c’è un verbale, nulla di scritto che autorizzasse la cancellazione dei manifesti. Solo una telefonata.
Unica nota positiva, per così dire, di questa assurda vicenda che sa tanto di censura per chi non la pensa come chi governa Firenze, è che SaS ha riconosciuto che si è creato un vulnus, e la società starebbe pensando a come sanarlo.
Grandi assenti nella vicenda il sindaco Nardella, sempre pronto a rotolare striscioni dal piazzale quando a Firenze si riuniscono esponenti della destra europea, ma che su questo fatto ha taciuto. E l’assessore Albanese, di cui torniamo a chiedere le dimissioni. Perché non è pensabile che una dipendente comunale, di sua iniziativa, si prenda una responsabilità del genere. Forse qualcuno l’avrà sollecitata, o no? Chi si prende la responsabilità politica in questa vicenda? Continueremo a chiederlo”.
Lo dichiara Jacopo Cellai, presidente della Commissione Controllo