“Voglio innanzitutto ringraziare la Presidente dell’Associazione “Parole Ostili”, Rosy Russo, per essere oggi presente in questa seduta del Consiglio Comunale e per il contributo da lei fornito in commissione consiliare, dove abbiamo approfondito e poi espresso il parere favorevole all’adesione al “Manifesto della comunicazione non ostile”. E ringrazio la consigliera Laura Sparavigna che ha presentato l’atto in votazione.
Sono convinta – ha detto in Consiglio comunale la presidente della Commissione Politiche per la promozione della legalità e della sostenibilità urbana, vita notturna, smart city, decentramento, rapporti con i quartieri, città metropolitana Alessandra Innocenti – che iniziative come queste, che stanno ricevendo riconoscimenti importanti e numerose adesioni negli ambiti istituzionali, politici, sociali ed educativi, siano fondamentali e di grande utilità per una civile convivenza e per una “sana e buona” politica.
Le parole, come e cosa scegliamo per definire il nostro pensiero e quello degli altri, sono fondamentali.
E’ infatti attraverso le parole che non solo comunichiamo, ma in una democrazia si definiscono e compongono i conflitti che, altrimenti, possono sfociare in forme più o meno brutali di violenza.
Con le parole si possono costruire ponti, o si possono distruggere. A quel punto solo la forza definisce e regola i rapporti umani. Il contrario della democrazia e dei principi della nostra Costituzione.
E’ quindi fondamentale riflettere su questi temi ed anche assumersi le proprie responsabilità. Noi che siamo qui a rappresentare la nostra città.
Viviamo un tempo che ci ripropone l’odio come malattia sociale e culturale. Nel nostro tempo è facilissimo smerciare l’odio. Esiste un’industria, per questo. Esistono delle centrali dell’odio. La diffusione di certi sentimenti, di certi argomenti, di certi nemici avviene su scala planetaria. Avviene seguendo una sorta di invisibile protocollo in base al quale si devono dire certe cose, attaccare alcuni argomenti, alcune idee, alcuni valori, contrapporsi a essi senza la misura delle parole.
Basti pensare a come viene trattato, o meglio smerciato, il problema dell’immigrazione, o alla violenza che viene riservata nei confronti delle donne, delle diverse forme di vivere la sessualità e l’amore, delle generalizzazioni negative nei confronti di interi popoli.
I social, poi, sono sì un veicolo della libertà di espressione, ma contribuiscono con la loro immediatezza e semplicità a definire dei recinti di appartenenza che si considerano nemici gli uni degli altri, che è il contrario delle ragioni per cui la rete era nata.
Nell’immediatezza, nella semplificazione, nella crisi ancora non risolta delle agenzie educative, dei corpi sociali e politici intermedi, nella fragilità e incertezza del futuro, si alimenta la malattia sociale dell’odio.
Penso, quindi, che il nostro compito sia quello intanto di assumerci le nostre responsabilità. Intanto chiedo di aderire e praticare le dieci regole del “Manifesto della comunicazione non ostile”.
Ma anche rinnovare e rafforzare tutte le forme di coesione sociale e di confronto civile, i partiti stessi, la scuola e le agenzie formative per favorire forme di relazione e di risoluzione dei conflitti basate sul rispetto reciproco delle parti e delle persone.
Sono certa – ha concluso la presidente della Commissione Politiche per la promozione della legalità e della sostenibilità urbana, vita notturna, smart city, decentramento, rapporti con i quartieri, città metropolitana – che Firenze saprà dare il suo contributo per costruire e praticare le forme civili più giuste in questi nuovi e difficili tempi”. (s.spa.)