“Come apparso oggi su un noto quotidiano nazionale, secondo gli analisti di Cerved Rating Agency "il 15,5% delle imprese italiane è a rischio di fallimento nel caso di nuove ondate del Covid19 e di altri lockdown che potrebbero durare fino a sei mesi. La probabilità di questo scenario è “bassa”, ma gli effetti potenzialmente molto pesanti". Come Forza Italia siamo molto preoccupati davanti a questo scenario, visto l'atteggiamento tenuto dal Governo "GialloRosso" verso i due comparti più a rischio: Turismo e Edilizia. Il timore che si sottovaluti il problema c'è, per questo come partito sia in Aula che nel Paese faremo sempre sentire la nostra voce a supporto degli imprenditori” dichiarano Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e Jacopo Cellai, capogruppo a Palazzo Vecchio.
“Come emerge dall'indagine pubblicata, i settori con la più alta probabilità di default sarebbero infatti le costruzioni (22%), i servizi di alloggio e ristorazione e le attività di supporto al settore turistico (entrambi al 19%). Per questo abbiamo più volte evidenziato l'esigenza di fornire liquidità immediata in loro soccorso. Non bastava infatti riaprire, occorreva dare ai lavoratori un futuro certo, per guardare con serenità verso il futuro immediato. Il Governo ad oggi ricordiamocelo deve ancora pagare la cassa integrazione di moltissimi lavoratori italiani, quanto potrà ancora resistere il sistema Italia senza aiuti proporzionati? Le riaperture saranno il vero problema per la nostra economia” aggiungono Mazzetti e Cellai. “Se per adesso pochi imprenditori hanno deciso di non riaprire, è pur vero che con un calo che potrebbe attestarsi anche sul 50% andare avanti è difficile. Anche solo il 30% è uno scoglio arduo. Oltre alla giungla normativa cresciuta decreto dopo decreto, alle scadenze fiscali solo rimandate, alla cassa integrazione che latita, una delle più gravi criticità è la mancanza di aiuti proporzionati all’entità delle perdite. Settori quali edilizia, da sempre motore del PIL italiano, eventi, turismo, automobile, immobiliare, ristorazione sono stati lasciati colpevolmente soli. Provvedimenti insufficienti o fallimentari come quello sui prestiti bancari: chi ha subito perdite a febbraio, è rimasto chiuso a marzo e aprile e prevede una ripresa a fatica, non ha certo voglia di sobbarcarsi altri debiti che possono compromettere le residue speranze di ripresa. Chiediamo al governo – concludono i due esponenti azzurri – di ascoltare le categorie economiche e correggere il tiro quanto prima: più risorse a chi rischia di chiudere, meno bonus spot”. (fdr)