“Poche imprese hanno avuto soldi in tempi utili”
“La crisi colpisce duramente un settore strategico per Firenze come la moda. Più di un’impresa fiorentina della moda su due infatti, come apprendiamo da un’indagine condotta da CNA Federmoda, non farà gli investimenti programmati per il 2020. Sempre una su due stima una perdita di fatturato tra il 33 e il 66% rispetto allo scorso anno” affermano l’On. Erica Mazzetti, il Capogruppo a Palazzo Vecchio e Coordinatore Fiorentino Jacopo Cellai e il Vicecoordinatore Provinciale Giampaolo Giannelli.
“Questi sono dati allarmanti e impongono alla politica di sbrigarsi a trovare soluzioni per limitare i danni di quello che sembra essere a tutti gli effetti un disastro economico con ricadute difficilmente calcolabili adesso sull’occupazione” aggiungono Mazzetti, Cellai e Giannelli. “Il quadro diventa ancor più tetro se si guardano i dati sulla pelletteria – la Toscana è la capofila in Italia nella produzione, con Scandicci punta di diamante – che registra una contrazione del 46,4% rispetto all’anno precedente, come reso noto da Assopellettieri”.
“Mancanza di ordini e commesse (25,6%), far fronte ai pagamenti (22,4%), trovare la liquidità necessaria (18,5%), sostenere i costi (15,5%). Sono questi i principali problemi – ricostruiscono gli azzurri – che le imprese fiorentine del settore moda si trovano ad affrontare quando tentano di ricominciare le attività. Gli imprenditori fiorentini del settore hanno fronteggiato e stanno fronteggiando la situazione con la cassa integrazione, i finanziamenti bancari e rinegoziando i pagamenti, ma il livello di indebitamento è aumentato per il 61% degli intervistati e molto aumentato per circa il 15%”.
“In particolare, ha spiegato Tiziana Trillo di CNA Federmoda Firenze, servono altri finanziamenti per evitare chiusure e ridimensionamenti, ma in maniera veramente agevole visto che solo 1/4 di queste imprese non ha avuto problemi nell’ottenerli. Una fotografia impietosa – rimarcano in conclusione Mazzetti, Cellai e Giannelli – di un settore che necessita di un forte sostegno pubblico nel medio-lungo periodo all’altezza dei bisogni delle imprese”.