Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune
"La Giunta di Firenze e alcune persone elette in Parlamento legate al nostro territorio vantano un impegno forte sul fronte della scuola. È quanto viene rilanciato da giornali a radio, a tamburi battenti. Nella confusione legata alla pandemia e nell'impreparazione politica diffusa (trasversalmente, nella società e nelle istituzioni), ecco che all'improvviso appare questo manipolo di coraggiosi ed eroici esponenti a favore delle famiglie e dell'istruzione. Se non fosse che il Partito Democratico governa città e Regione, oltre a essere parte integrante del Governo nazionale.
Quindi un gesto simbolico è davvero poco. Specialmente se fatto male, tirando nel mezzo categorie come "responsabilità" e "soddisfazione". La didattica a distanza è una tragedia, che in qualche modo tenta di arginare la chiusura dei luoghi di istruzione e formazione. Alle classi lavoratrici si è chiesto di immolarsi eroicamente per compensare le mancanze del sistema pubblico. Le attività in presenza non sono state una scelta, ma un'imposizione, a cui tutti i livelli hanno concorso (compresa la Città Metropolitana). Quindi il tema non è dare un segnale, ma cambiare le scelte di governo (di cui, ribadiamo, il Partito Democratico condivide ampiamente le responsabilità).
Nelle scuole non c'è adeguata sicurezza e non ci sono spazi adeguati. Questo valeva anche prima, basta fare una veloce ricerca con i nuovi mezzi telematici (tra una DAD e un'altra, si possono trovare documenti e denunce). Bisogna rendere strutturale la possibilità di soluzioni. A queste si potranno anche accompagnare anche gesti simbolici, che attestano un impegno, che al governo non può essere riconosciuto se mancano i risultati.
Garantire gli spazi in cui le nuove generazioni si istruiscono, garantire i diritti e la salute di chi con il proprio lavoro rende possibile il servizio (personale docente, personale ATA): questa è la priorità.
Il resto è rumore per coprire il silenzio del governo e delle responsabilità". (fdr)