Il Consiglio comunale ha approvato un Ordine del giorno della Commissione Bilancio. Fratini (PD) e Bocci (centrodestra): “Progetti specifici finanziati direttamente da cittadini, investitori ed enti. Avanti anche con i Pir, Piani individuali di risparmio”
Emergenza sanitaria e rilancio dell’economia a Firenze. Si punta anche al “crowfunding civico”, da utilizzare per finanziare progetti economici, sociali e culturali nella città nel quale investitori, enti e cittadini finanziano direttamente progetti di pubblico interesse.
Nel Consiglio comunale del 22 febbraio è stato approvato, con 27 voti favorevoli e due contrari, un Ordine del giorno predisposto dalla Commissione 1 (Bilancio) che suggerisce alcune idee importanti per il rilancio economico della città.
“L’Odg è il risultato di un lavoro collegiale di tutti i membri della Commissione”, dichiarano il presidente della Commissione Massimo Fratini e il vice presidente Ubaldo Bocci, e “parte dalla consapevolezza che il sostegno all’economia cittadina ha assunto il carattere di vera e propria cura d’emergenza e che è necessario pensare d’introdurre strumenti straordinari a sostegno delle imprese”.
La grave situazione di crisi in cui versano gli operatori economici, soprattutto nelle città d’arte come Firenze, impone l’esigenza di studiare strategie di partnership pubblico/privato per avviare percorsi condivisi e sostenibili anche di riconversione delle attività produttive.
Per questo è importante proporre e sostenere innovativi percorsi condivisi tra cittadini e Amministrazione comunale come ad esempio il crowdfunding civico per il finanziamento di progetti finalizzati allo sviluppo della città e all’innovazione.
Con l’Odg approvato – proseguono Fratini e Bocci – si invita l’amministrazione comunale a lavorare per rivedere la normativa sui Pir (Piani individuali di risparmio), uno strumento che potrebbe essere promosso e valorizzato dall’Amministrazione Comunale, in particolare i Pir tematici legati al turismo ed all’innovazione, per aumentare le detrazioni fino al 40% in 5 anni.
I Pir sono già presenti con successo all'estero da anni e sono configurabili come ulteriori strumenti dedicati in particolare ai piccoli investitori. Il funzionamento prevede che ogni singolo Pir, che dev'essere mantenuto almeno 5 anni, non può superare i 30mila euro di investimento. E un singolo investitore non può superare i 150mila euro di investimento in piani individuali di risparmio. In cambio l'investitore otterrà un abbattimento del carico fiscale. I Pir sono stati introdotti dalla legge di bilancio 2017, come forma di investimento a medio termine, capace di veicolare i risparmi verso
le imprese italiane, e in particolare verso le piccole e medie imprese.
“Particolarmente importante poi – aggiungono infine Bocci e Fratini – sarà sostenere lo studio, la progettazione e la rendicontazione dei progetti sui quali l’Amministrazione ritiene di chiedere l’accesso ai fondi del Recovery Fund. Le iniziative proposte hanno la finalità di sostenere immediatamente le attività produttive e le famiglie che, in questo periodo di attività ridotta o di inattività rischiano la chiusura e soprattutto cercano di trovare strade nuove affinché la finanza sia a disposizione dell’economia cittadina e non viceversa”. (s.spa.)