“Proprio mentre la riapertura dei cantieri tramviari in piena pandemia sta già producendo i suoi effetti negativi sulla mobilità e sulla vivibilità cittadina, sarebbe interessante conoscere – spiegano il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Comune Roberto De Blasi con Paolo Celebre del Comitato anti tramvia Firenze – la posizione di ARPAT nell’ambito della Procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. (Valutazione di impatto ambientale) della Linea 3.2.1 per Bagno a Ripoli, nei termini dell’infrastruttura sotto il profilo dell’inquinamento acustico, delle vibrazioni e dei campi elettromagnetici: tutte criticità del progetto, così come le reticenti risposte del proponente alle ripetute richieste di integrazione.
Basti qui ricordare – continuano De Blasi e Celebre – la non sufficiente verifica del rumore nei tratti in curva di piazza Donatello, di piazza Piave o nella svolta fra il Lungarno Colombo e il ponte Da Verrazzano, oltre alle inattendibili stime dell’impatto acustico del deposito collocato nel Piano di Ripoli. Ugualmente sottostimato appare il rumore prodotto dal traffico su gomma sommato a quello della tramvia lungo i Viali, ma anche in alcune strade collaterali, come ad esempio via Masaccio.
Scarsa anche l’attenzione a limitare l’accesso e impedire la permanenza di persone in prossimità delle sottostazioni elettriche che punteggiano il percorso, assicurando la protezione dai campi elettromagnetici. Del resto analoghe ’non risposte’ a fondate e molteplici osservazioni avevano ricevuto l’estate scorsa cittadini, associazioni e forze politiche di opposizione nello stesso procedimento.
ARPAT – proseguono il capogruppo del M5S Roberto De Blasi con Paolo Celebre del Comitato anti tramvia Firenze – dovrebbe indicare un lungo elenco di condizioni per mitigare gli impatti, presentandole come prescrizioni per il progetto esecutivo, precisando se la loro adozione integrale garantirà o meno il rispetto completo delle tutele di legge a favore della popolazione. Tanto che non sia il caso di chiedere la V.I.A.
Tutto ciò però non disturba più di tanto l’Autorità competente/proponente, cioè lo stesso Comune che, forte dei pareri positivi di altri Enti, nella deliberazione di Giunta comunale del 20 ottobre scorso ha escluso la V.I.A. per la tratta Libertà-Bagno a Ripoli, senza pronunciarsi su soluzioni credibili che, nei termini di prescrizioni da realizzare in fase di progetto esecutivo, possano abbattere sensibilmente le possibili fonti di inquinamento acustico ed elettromagnetico.
Un gioco delle parti ben collaudato – continuano De Blasi e Celebre – per spianare la strada ad un progetto voluto a tutti i costi, anche se mai valutato e mai veramente conosciuto dalla città. Complice di ciò anche la legge regionale 10/2010 (Norme in materia di valutazione ambientale), soprattutto dopo il drastico ridimensionamento dei poteri delle province, precedentemente competenti per le infrastrutture tramviarie.
Secondo quella legge il soggetto proponente può anche coincidere con l’autorità competente a condizione che chi presenta il progetto abbia, nell’amministrazione, un ruolo diverso da chi sarà chiamato a valutarlo. Così in questo caso il proponente (la Direzione Nuove Infrastrutture e Mobilità del Comune) presenta il progetto all’Autorità competente (la Giunta Comunale) la quale lo approva senza passare dal Consiglio e rinviando beffardamente alla successiva fase autorizzativa la soluzione dei problemi rilevati in fase di “screening”.
In tal modo – concludono De Blasi e Celebre – si può aggirare qualsiasi processo partecipativo, qualsiasi discussione politica e valutazione strategica ed ambientale. E’ anche così che continua a procedere a Firenze un programma infrastrutturale vecchio di 15 anni, mai valutato e mai riesaminato alla luce di epocali cambiamenti nel campo della mobilità e delle mutate condizioni economiche e sanitarie in corso”. (s.spa.)