Silvia Noferi (Capogruppo M5S): “I servizi sociali del Comune di Firenze”

“Oggi vi racconto una storia invece di fare un’interrogazione o una domanda, perché per storie come questa, una delle tante di cui veniamo a sapere noi consiglieri comunali del M5S, non si può accettare una risposta frettolosa di tre minuti dell’assessore al welfare.

Oggi – prosegue la capogruppo del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi – vi racconto la storia di Anna (nome di fantasia), una donna italiana, nata a Firenze 55 anni fa, senza lavoro, con un figlio di 14 anni, separata, senza alcuna fonte di sostentamento, che il 20 aprile dovrà lasciare libera la casa dove vive insieme al figlio.

Il suo compagno se n’è andato e non ha più pagato l’affitto per cui hanno ricevuto lo sfratto.

Anna mi ha chiesto aiuto tanti mesi fa, perché era disperata, non riusciva a trovare un lavoro, non sapeva da che parte iniziare, sapeva che doveva trovare anche una nuova casa.

Le consigliai di rivolgersi allo sportello Donna del Comune di Firenze e così fece. Mi ha raccontato che le operatrici sono state molto gentili ma in sostanza, di aiuti concreti, nemmeno l’ombra.

Ha fatto richiesta per la casa popolare ma è 156ma e le hanno detto che le case non ci sono, quindi che si metta l’animo in pace.

Anna viene da una famiglia che aveva ricevuto una casa popolare quarant’anni fa, grazie al punteggio avuto per la presenza di una figlia disabile al 100%.

Nel frattempo le cose sono cambiate e in quella casa di 4 stanze più servizi adesso vive solo una sorella che lavora, guadagna anche bene, e non la vuole aiutare né accogliere insieme al figlio.

La sorella disabile da più di trent’anni è ospite di una struttura a Pontassieve.

Anna nel frattempo ha avuto un collasso nervoso da stress ed è seguita dal centro di igiene mentale; ha informato l’assistente sociale della lettera di sfratto e a causa dei numerosi impegni le ha dato appuntamento per il 23 aprile, tre giorni dopo lo sfratto.

Questa storia è solo uno dei tanti esempi di disperazione e dolore personali che cozzano contro l’ingiustizia e l’inefficienza delle nostre istituzioni.

Chi si deve occupare di controllare se le case popolari assegnate rispondono ai requisiti per cui sono state date cinque, dieci o più anni fa?

Come è possibile che una donna nata e cresciuta a Firenze, con un minore, in cura per la depressione, sia sbattuta in mezzo ad una strada?

Queste – conclude la capogruppo del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi – sono domande che non devono trovare risposta solo nel silenzio delle coscienze di chi occupa un posto a qualunque titolo nelle istituzioni ma che devono ricevere risposte concrete, fatti, soluzioni, non parole”. (s.spa.)

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