“Non sorprende più il tono offensivo di alcuni consiglieri comunali di Firenze, dalla maggioranza all'opposizione, ma sorprende ancora l'arroganza di quelli che, a torto, pensano di essere onniscienti”
“In risposta al consigliere Ricci, come capogruppo del M5S, mi permetto di inviare una breve relazione tecnica del nostro gruppo di studio sull'urbanistica fiorentina, gruppo – sottolinea Silvia Noferi – di cui a breve sentirà molto parlare, se avrà contezza dell’importanza di evolversi. Intanto questa anticipazione:
Egr. Geom. Ricci, Presidente della Commissione Ambiente del Comune di Firenze,
E’ del tutto evidente il fallimento nelle premesse di uno Strumento Urbanistico, tra l’altro prossimo alla sua riedizione e che, non rivolto alla tutela dei beni di particolare interesse storico e artistico ha negato l’opportunità di contenere quei fenomeni di “speculazione edilizia” cui la nostra città è stata vittima negli ultimi anni.
Ne sono dimostrazione e conferma le innumerevoli varianti e deroghe deliberate negli ultimi tempi dal Consiglio Comunale che nella sua attività ha troppo spesso legittimato l’aumento significativo di consumo di suolo accompagnato dall’incremento di volumi edificatori che poco hanno a che fare con la risposta al benessere della collettività.
Ma torniamo all’argomento in discussione: lungi da noi sottoporle una lezione di storia dell’arte contemporanea, tuttavia il riferimento è volto per esempio alla mancata considerazione dello scempio cui sono state sottoposte le piazze più famose di Firenze tra cui Piazza dell’Unita Italiana e piazza Stazione capolavoro del Maestro Giovanni Michelucci, trasformata ai giorni nostri in un’albereta di pali, fili elettrici, semafori che nessuno delle autorità preposte alla salvaguardia ha avuto il coraggio di definire “orrenda”.
Non ci sorprende il Suo punto di vista nel merito di trascurare l’importanza intrinseca riferita all'opera, quale degna testimonianza dell'eccelso patrimonio architettonico Fiorentino tra le due guerre, che include tra l'altro lo Stadio Berta al Campo di Marte, la centrale termica e il fabbricato viaggiatori della Stazione di S.M.Novella, la (demolita) casa della GIL in Piazza Beccaria, l'Istituto d'Oltremare al Salviatino, la Scuola di Guerra Aerea alle Cascine, ecc. ecc. ecc.
Facciamo presente che la ex Caserma Guidobono, divenuta in seguito Panificio Militare, costituisce dal punto di vista architettonico un significativo esempio della permanenza di motivi vagamente secessionisti (viennesi), entro il contesto della graduale affermazione del razionalismo italiano. Dal punto di vista della funzione svolta nel tempo, diremmo inoltre che l'ex Panificio Militare costituisce un unicum nel suo genere su tutto il territorio nazionale. Del resto, non mancano notizie sulla storia del presidio militare, quantunque non siano stati compiuti sinora, per quel che ne sappiamo, i necessari studi monografici che avrebbero potuto concorrere a scongiurare la decisione del Comune di Firenze di radere al suolo l'opera.
Non c'è nemmeno bisogno di essere “architetti o specialisti dell'architettura moderna” per riscontrare l'elevato valore dell'eccezionale complesso urbano. Basta fare un semplice giro nel quartiere per accorgersi de visu che l'ex Panificio Militare costituisce l'episodio figurativamente più interessante di tutta l'area. Soprattutto per la presenza del possente volume turrito che ne segnala l'importanza alla scala delle percezioni urbane. La sua demolizione costituirebbe quindi l'ennesimo umiliante scempio, davvero insensato, inferto a una città che negli ultimi anni è stata letteralmente martoriata.
Non diciamo che non si debba far nulla e lasciare le cose nelle condizioni di abbandono in cui versano da decenni; siamo però convinti che non sarebbe difficile, per progettisti capaci, creare un moderno e redditizio centro commerciale preservando e riutilizzando accortamente i fabbricati di maggior pregio del complesso, quali simboli identificativi della storia di un quartiere altrimenti condannato ad essere dominato, in prevalenza, da massivi edifici residenziali di matrice speculativa.
Crediamo che l'operazione debba essere contrastata in ogni modo, anche facendo appello alla sensibilità di Esselunga che in tanti decenni ha dimostrato più di altri grandi marchi commerciali di credere molto nel valore dell'architettura (si pensi al centro di Viale Canova progettato da Mario Botta), quale veicolo di promozione dell'immagine aziendale. Crediamo anche che si debba coinvolgere la popolazione del quartiere e i comitati che finora si sono meritoriamente impegnati (coexpami@libero.it), evidenziando quale enorme perdita comporterebbe la scomparsa dell'insula militare che per decenni ha caratterizzato la fisionomia urbana del contesto”.
Cordialmente,
Dott.Arch. Claudio Cantella
Dott.Arch. Roberto De Blasi
Dott.Arch. Antonio Lattuchella
Capogruppo M5S Firenze Dott.ssa Silvia Noferi