"Dopo la risposta alla nostra interrogazione e le risposte ricevute al Quartiere 1 sembrano non esserci speranze per la cittadinanza che ha bisogno del trasporto pubblico, in centro"
Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune e Giorgio Ridolfi e Francesco Torrigiani - Sinistra Progetto Comune Quartiere 1
"Rimangono inascoltate le richieste della cittadinanza per avere un efficace servizio di mobilità pubblico. Avevamo già fatto un'interrogazione a gennaio per chiedere che le linee C1-C2-C3 venissero riattivate per assicurare il servizio anche nelle strade del centro. Ci era stato risposto che i “bussini” non permettevano di mantenere il distanziamento e che i bus più grandi non potevano seguire le stesse strade. Di fatto siamo sotto una terza ondata e quindi tutto resta fermo, nonostante il tentativo di riaprire i luoghi della cultura, in presenza significativa proprio in centro.
Non vogliamo sottovalutare la situazione sanitaria e i rischi, anzi. Ci sembra surreale però che l'unica soluzione sia chiedere alla cittadinanza di rinunciare al diritto alla mobilità in una parte della città importante, che vede anche una parte della residenza resistere nel vivere in un'area sempre più vetrina per il turismo (che si vorrebbe magari esclusivamente di lusso, dalle parti del governo locale).
Proporremo quindi una nuova interrogazione, perché nel frattempo riceviamo richieste e segnalazioni, in particolare di persone che in condizioni di difficoltà sono costrette a utilizzare i taxi, che hanno sicuramente bisogno di lavorare, ma non ricadendo sulle economie di chi vive una situazione di necessità e magari alla fine rinuncia a spostarsi perché non può permetterselo.
Chiederemo anche alle commissioni competenti se non sia il caso di convocare il soggetto gestore. Sappiamo che non sapremo chi sarà nel prossimo futuro, ma non ci sembra un'ottima scusa per giustificare tutti i problemi del presente senza fare nulla. Come se la privatizzazione di Ataf e il disastro della gara regionale non fossero colpa del Partito Democratico". (fdr)