Il 7 gennaio 1797, a Reggio Emilia, nasceva il tricolore italiano così come ancora oggi lo utilizziamo: verde, bianco e rosso
“Purtroppo, quella che dovrebbe essere omaggiata come simbolo di unità nazionale, non di rado viene tenuta in stato di deterioramento. Gli stessi edifici pubblici (amministrazioni, scuole, etc) sembrano non curarsi della legge che regola la materia e che impone il decoro delle bandiere, emblemi - per una certa sinistra bigotta - di un nazionalismo becero e ormai da sorpassare”, sostiene Alessandro Draghi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Firenze.
“Ma oggi non celebriamo solo la ricorrenza del tricolore: ricordiamo anche, ad imperitura memoria, coloro che lo difesero col sangue, consegnandoci un’eredità millenaria. Alcuni di questi – prosegue Draghi – risalgono a pochi decenni fa: Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni, che sacrificarono la propria vita a difesa dell’italianità da chi, di contro, inneggiava alla bandiera rossa e al comunismo”, incalza Draghi.
“Due di questi, furono freddati davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano, in questo stesso giorno del 1978. L’ultimo, fu ucciso con un colpo in fronte da un carabiniere, durante un tafferuglio. Questo morti, che pure hanno scritto le pagine più drammatiche della storia nazionale, non trovano incredibilmente spazio sulle testate giornalistiche mainstream”, prosegue il consigliere.
“A sparare, ricordiamolo, fu la stessa mitraglietta che venne utilizzata in seguito per l’esecuzione dell’economista Ezio Tarantelli, l’ex Sindaco di Firenze Lando Conti ed il Senatore della DC Roberto Ruffilli.
Oggi è dunque una giornata pregna di memoria, le cui vicende - nonostante siano passati anni - meritano di essere rammentate e trasmesse, perché i nostri figli sappiano cos’è l’Italia e perché è giusto difenderla ad ogni costo da chi vorrebbe ridurla, da patrimonio inestimabile, a mero espressionismo geografico”, conclude il consigliere Alessandro Draghi. (s.spa.)