“Dopo il deposito dell’interrogazione che risale al 18/11/2019, epoca in cui il Consiglio comunale approvava la variante urbanistica per la delibera “Torrino Santa Rosa – centro socializzazione per anziani” con cui si dava il via ai lavori di riqualificazione dell’immobile di proprietà del Comune di Firenze tutelato dalla Soprintendenza, nell’ultimo Consiglio comunale – spiegano i consiglieri del Movimento 5 Stelle Roberto De Blasi e Lorenzo Masi – abbiamo chiesto conto all’amministrazione delle mancate risposte.
Nell’interrogazione chiedevamo:
Di dichiarare se ci fosse una convenzione tra l’amministrazione comunale e l’Associazione Rondinella del Torrino che ne avesse legittimato l’occupazione passata e presente.
Di informare se attraverso le foto aeree della zona fosse stato possibile individuare il periodo di realizzazione degli abusi edilizi oggetto di rimessa in pristino nei lavori riqualificazione degli spazi previsti, in modo da attribuirne le responsabilità per la loro realizzazione.
Di giustificare, con motivazioni oggettive, la legittimità della stipula di una nuova convenzione con l’Associazione Rondinella del Torrino senza di fatto indire una gara pubblica per l’assegnazione degli spazi completamente rinnovati.
Nessuna risposta è però giunta dall’assessore Sacchi nel vero merito della questione.
Noi non discutiamo il fatto che l’associazione possa beneficiare o meno del riconoscimento di interesse pubblico per l’importante contributo svolto nel Quartiere 4, abbiamo motivo invece di ritenere che in quella realtà potrebbe svolgersi attività di ristorazione a tutti gli effetti, ad un pubblico indistinto, in una zona molto esclusiva nel pieno centro città e sulle rive dell’Arno.
Lo stanziamento di 500 mila euro di soldi pubblici derivanti in parte da Regione Toscana e in parte Comune di Firenze, si prevede la realizzazione di una struttura completamente nuova, cucine nuove, bagni nuovi, un nuovo spazio coperto e una tensostruttura provvisoria – proseguono i consiglieri del Movimento 5 Stelle De Blasi e Masi – per concedere la possibilità agli occupanti di poter continuare ad esercitare la propria attività, con qualche disagio dovuto ai lavori, ma in totale continuità e senza interruzioni.
In tutto questo viene spontaneo domandarsi: ma come è possibile costruire delle nuove volumetrie in aderenza rispetto all’argine del fiume Arno così come previsto dal progetto?
Non di poco conto inoltre l’assenza di risposta nel merito dei nostri quesiti riguardo la mancata specifica sul titolo che abbia consentito all’associazione di occupare quegli spazi in passato perché se il provvedimento in questione prevede tra le altre cose la rimessa in pristino dei luoghi a seguito dell’accertamento degli abusi edilizi riscontrati dalle autorità preposte, noi avremmo voluto risalire ai realizzatori di quegli abusi, per trarne le dovute considerazioni.
Riteniamo – concludono De Blasi e Masi – che la mancata risposta ai quesiti esposti sia quanto mai grave oltre che inconsueto il fatto di rispondere alle interrogazioni in modo parziale, per un dovere di legittima destinazione di spazi e fondi di natura pubblica”. (s.spa.)