8 marzo. Luca Milani (Presidente Consiglio comunale): “Durante la pandemia le donne hanno pagato maggiormente la situazione di disagio”

In occasione della Giornata internazionale della Donna il Consiglio comunale ha ospitato, in collegamento da Shanghai, la professoressa Brunella Casalini ricercatrice dell’università di Firenze che si occupa della questione femminile. “Quest’anno, per prima cosa, voglio rivolgere un profondo e sentito ringraziamento alle lavoratrici e alle volontarie che in questi mesi durissimi di pandemia sono state in prima fila assicurando a tutti noi assistenza e cura, servizi e didattica.

La parità tra donne e uomini – ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – è nella nostra Costituzione ed uno dei principi fondanti dell'Unione europea.

Eppure nei 27 Paesi UE le donne guadagnano in media il 16 per cento in meno degli uomini e nonostante abbiano maggiori percentuali nel conseguire una formazione universitaria continuano a essere sottorappresentate nei più alti livelli decisionali. Assicurare un maggiore e migliore inserimento delle donne nel mondo del lavoro costituisce una potente leva di sviluppo e crescita economica, considerato che continua ad essere molto forte la differenza tra occupazione maschile e quella femminile. È evidente quindi che, nonostante si siano registrati alcuni progressi in tema di promozione dei diritti delle donne e delle ragazze, nessun paese in Europa e nel mondo è sulla buona strada per raggiungere l’uguaglianza di genere e la piena emancipazione delle donne e delle ragazze entro il 2030 come previsto dal punto 5 dell’agenda dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Secondo i calcoli del Global Gender Cap Report, serviranno almeno 108 anni, andando di questo passo, per arrivare al traguardo della parità di genere.

Inoltre, le conseguenze sanitarie e socioeconomiche della crisi COVID-19 stanno colpendo in maniera preponderante le donne e le ragazze. La pandemia ha accentuato, e continua a farlo, i divari di genere. La perdita di lavoro e mancanza di opportunità si sono tradotte in un forte calo dell’occupazione femminile. Tra l’altro, è stato registrato che un terzo delle donne lavoratrici ha un orario part-time (quasi 4 volte il tasso degli uomini 30% contro l’8%).

Queste forme di debolezza si accentuano in tempi di crisi: contratti che si interrompono o che non vengono rinnovati, con interi settori in difficoltà occupazionale. Pure il lockdown ha avuto un significato diverso per uomini e donne, perché queste ultime si sono dovute occupare sia del lavoro retribuito a tempo pieno, sia di mandare avanti la famiglia.

Il lavoro essenziale per il funzionamento quotidiano di ogni comunità è quello di prendersi cura gli uni degli altri.

È un lavoro sottopagato, nella maggior parte dei casi addirittura non retribuito, e lo fanno prevalentemente le donne.

Negli ultimi anni la quota di occupazione femminile è aumentata, ma la quota di lavoro domestico svolta dagli uomini è ancora molto bassa.

Quasi il 60% delle donne in tutto il mondo lavora nell’economia informale, guadagnando di meno (nel mondo il gender pay gap arriva anche al 35% per la stessa mansione), avendo minore possibilità di risparmiare e con un rischio maggiore di finire sotto la soglia di povertà. Con la caduta dei mercati e la chiusura delle imprese, milioni di posti di lavoro femminili rischiano di scomparire. Contemporaneamente alla perdita di un’occupazione retribuita, il lavoro di assistenza non retribuita delle donne è aumentato in modo esponenziale a causa della chiusura delle scuole e delle crescenti esigenze delle persone anziane.

Non esiste una donna non lavoratrice; al massimo esiste una donna non pagata per il suo lavoro.

Per fare fonte a questa situazione la Commissione europea – ha proseguito il presidente Luca Milani – ha recentemente adottato, per il periodo 2021/2025 un'ambiziosa strategia per la parità di genere volta a creare un’Europa in cui la parità di genere sia la regola.

Tale strategia, vedrà quale strumento principale di attuazione il nuovo piano d’azione dell’UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile (Gender Action Plan III – 2021/2025). Il Piano definisce un quadro politico distinto in cinque pilastri d’azione per accelerare i progressi verso l’adempimento degli impegni internazionali e verso un mondo in cui tutti abbiano le stesse possibilità di realizzarsi. Siamo finalmente di fronte ad una completa maturazione della presa di coscienza della problematica e, anche delle politiche necessarie per la riduzione del “gender gap”; adesso diventa determinante l’azione: degli Stati, delle loro articolazioni amministrative, della società e quindi del singolo individuo. Alla base di tutto c’è proprio questo; la presa di coscienza individuale – ha concluso il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – sulla definitiva, indelebile, inderogabile uguaglianza nella relazione donna uomo in ciascun ambito della società.

William Shakespeare, nella speranza di trasmettere un messaggio “abbastanza” forte e chiaro: “La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal lato per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta e accanto al cuore per essere amata”. (s.spa.)

Scroll to top of the page