“Anche quest’anno l’8 marzo, come giornata internazionale per i diritti delle Donne, è arrivato tra stereotipi e contraddizioni. La nostra contemporaneità – ha detto la capogruppo della Lista Nardella Mimma Dardano in Consiglio comunale – è ancora tristemente ammantata da situazioni nelle quali donne, figlie, madri lavoratrici sono vittime di prevaricazioni a causa del loro ruolo propulsivo nel cambiamento sociale ed in contesti culturali che rifiutano di accettare il loro meritorio impegno personale e sociale. Uno degli stereotipi eclatanti sono quelli laicità della campagna #staizitta di Michela Murgia, con un libro, è “Stai zitta” , quando una donna riesce a svolgere bene il proprio lavoro viene paragonata ad un uomo, ecco perché viene definita “Una donna con le palle” oppure i luoghi comuni come “hai il ciclo ecco perché sei nervosa” oppure “auguri e figli maschi”. L’Onu ci richiama puntualmente a dei punti fondamentali su cui, ancora oggi, come festa internazionale delle Donne dobbiamo riflettere e sono ben sette. la situazione d’inferiorità delle donne rispetto agli uomini. Questo non per condizioni diverse dal genere. è chiara e non dipende da condizioni diverse dal genere. La legge discriminatoria colpisce due miliardi di donne e ragazze in tutto il mondo e non soltanto nei Paesi più poveri. Soltanto il 24% dei parlamentari è rappresentato da donne, per non parlare dell’Italia che ultimamente non ha dato un bell’esempio. Cinquanta Paesi non hanno leggi contro le molestie sessuali e le donne hanno un salario del 20% inferiore a quello degli uomini. L’Italia è all’ultimo posto in Europa su tante questioni che riguardano le donne. La situazione è molto complessa – ha aggiunto la capogruppo Mimma Dardano – per non parlare della violenza sulle donne. È diversa l’assistenza sanitaria così come l’accesso all’istruzione ed infine la pandemia. Il 98% delle donne hanno risentito maggiormente della situazione di disagio che si è venuta a verificare a causa della pandemia. Le contraddizioni sono dentro di noi e come ha detto Dacia Maraini: “Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite, sappiate che se volete diventare persone e non oggetti, dovete fare subito una guerra dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma contro voi stesse che vi cavate gli occhi con le dita per non vedere le ingiustizie che vi fanno”. (s.spa.)