Inaugurazione con visite gratuite fino a domenica
Al via domani, alle 16, la mostra ‘Gong’ di Eliseo Mattiacci al Forte di Belvedere. L’esposizione durerà fino al 14 ottobre, è curata da Sergio Risaliti in collaborazione con Studio Eliseo Mattiacci, e promossa dal Comune di Firenze con l’organizzazione e il coordinamento di Mus.e.
In occasione dell’inaugurazione la mostra sarà visitabile gratuitamente fino alle 21 (ultimo ingresso ore 20). Anche il giorno successivo, 3 giugno, l’esposizione sarà gratuita dato che la giornata coincide con la ‘Domenica metropolitana’, con ingresso gratuito in tutti i musei civici per i residenti dell’area metropolitana. Domenica la mostra sarà aperta dalle 11 alle 20 (ultimo ingresso ore 19).
Dopo le grandi retrospettive monografiche di Giuseppe Penone, Antony Gormley e Jan Fabre, e la collettiva Ytalia, quest’anno gli spalti e la palazzina del Forte di Belvedere, a Firenze, ospitano una imponente mostra antologica dedicata a Eliseo Mattiacci (Cagli, 1940), tra i grandi protagonisti dell’arte contemporanea, uno dei pionieri dell’avanguardia italiana della fine degli anni Sessanta, artefice della sperimentazione e del rinnovamento in scultura, ispirato inventore di iconografie cosmologiche e di nuove relazioni spaziali e concettuali tra arte e natura, tra uomo e ambiente.
Un dispiegamento monumentale di venti sculture all’esterno del Forte e all’interno della Palazzina, oltre a un nutrito gruppo di disegni, più di sessanta, che per la prima volta in assoluto rendono merito all’attività grafica sempre altissima di Mattiacci. Fin dalle prime opere, dalle sculture in ferro veri e propri assemblaggi di nuova inedita arcaicità, Mattiacci ha inteso commisurare e riunificare i gesti umani e l’immaginazione metafisica con la natura insondabile della vita nell’universo e con l’energia incommensurabile nella materia e tra gli astri, con il ciclo cosmico di vita e di morte, quello di essere e non essere, le forze visibili e ancora invisibili nello spazio e nel tempo quali l’attrazione magnetica e la gravità.
“Mi sento attratto dal cielo con le sue stelle e pianeti e, al di là, dalle nostre galassie, è una immaginazione che va oltre, come a voler sfidare la fantasia stessa, come in un sogno. Mi piacerebbe lanciare una mia scultura in orbita nello spazio. Sarebbe davvero un bel sogno sapere che lassù gira una mia forma spaziale”, afferma Mattiacci, cui sono state dedicate mostre personali in vari musei e fondazioni nel mondo, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte moderna di Roma, la Kunstforum Stadtische Galerie di Monaco, il Museo Capodimonte di Napoli, l’Institut Culturel Italien di Parigi, la Fondazione Prada di Milano, il Museion di Bolzano, la Fattoria di Celle - Collezione Gori a Pistoia, l’Italian Cultural Institute di Los Angeles e Toronto e il MART - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
“Torniamo ancora una volta al Forte di Belvedere – dichiara il sindaco Dario Nardella – con una grande mostra dedicata a un artista contemporaneo. La fortezza medicea si apre nuovamente al pubblico con un’esposizione che ripercorre tutta l’attività artistica di Eliseo Mattiacci e ci offre un mirabile spaccato della sua cosmogonia. Firenze si conferma città viva e
dinamica e non solo culla del Rinascimento, rivendicando con umiltà e tenacia un ruolo da protagonista dell’arte contemporanea e dell’arte pubblica in particolare”.
Sergio Risaliti, curatore della mostra e direttore artistico del Museo Novecento, scrive: “Con questa esposizione di Eliseo Mattiacci al Forte di Belvedere, tutta Firenze rafforza la sua immagine di città contemporanea che assieme agli artisti riflette sulla storia civile e sul patrimonio artistico, sui grandi lasciti culturali del passato e sulla società attuale, sulla scienza e la spiritualità, soprattutto su poiesis e techne. E lo fa offrendo all’ammirazione di cittadini e turisti le opere di uno tra i grandi maestri del nostro tempo, creatore di forme scultoree e tracciati grafici che hanno la forza di coniugare la dimensione del materialismo con quella del sogno metafisico, il mondo ctonio e quello degli infiniti spazi. Una traiettoria quella di Mattiacci di coerenza e di libertà esemplari, di generosa resistenza e lirica potenza, una presenza indispensabile alla storia dell’arte a partire dai primi lavori con i quali ha sposato, da artista e poeta, il lavoro della terra e la tecnologia con la riattivazione dei miti e la contemplazione degli astri. Per giungere alle sue opere e installazioni più recenti con le quali l’artista marchigiano ha voluto consegnare al mondo la sua idea di cosmo, proseguendo un viaggio di scoperta e di meraviglia all’interno della natura e dell’universo che accomuna Lucrezio e Galileo Galilei, Giacomo Leopardi e lo stesso Mattiacci, poeti e artisti di ieri e di oggi”.
“Banca Monte dei Paschi di Siena è da sempre attenta alla promozione dell’arte e della cultura in tutte le sue forme espressive – commenta Dimitri Bianchini, general manager area territoriale Toscana di Banca Mps, main sponsor dell’evento – ed è per questo che ha deciso di contribuire alla realizzazione di questa importante mostra, che porta in un luogo simbolo di Firenze le opere di uno dei protagonisti dell’arte contemporanea. In questo modo Banca Mps contribuisce a creare valore per l’intera comunità, con un impegno che va ben oltre il tradizionale ruolo commerciale e conferma il suo storico legame con il territorio toscano”.
Negli spazi interni del Forte, tra le opere storiche, oltre a Trucioli e calamita (1968-69) e al Tubo (1967) di circa sessanta metri di estensione, viene presentata – per la prima volta dalla mostra alla galleria L’Attico di Roma – l’installazione Recupero di un mito (1975), così come trova collocazione l’opera sonora Echi di suoni e cani che abbaiano (1983). Sono altresì esposte opere degli esordi come Uomo meccanico del 1961. Relativamente ai lavori più recenti, un’intera stanza ospita l’installazione con i pianeti in alluminio sulla superficie stratificata in pallini in piombo di La mia idea del cosmo (2000), mentre le grandi eliche in alluminio di Dinamica Verticale (2013) dominano gli spazi al piano terreno. Proseguendo al primo piano, il pubblico incontra una sequenza di stanze dedicate tutte al disegno, una vera e propria mostra nella mostra che approfondisce in maniera sistematica le dense stagioni di questa pratica costante e ancora poco sondata del lavoro di Mattiacci. Sono esposti disegni che rievocano il clima delle performances degli anni Settanta, il ciclo Predisporsi ad un capolavoro cosmico-astronomico del 1980-81, i frottages su metallo dei Campi Magnetici, le Cosmogonie, fino ai recenti Corpi Celesti del 2005-15.
Uscendo negli ampi giardini terrazzati del Forte di Belvedere, trovano collocazione le grandi opere in acciaio corten di ispirazione cosmico astronomica, orientate da un lato verso il grande cantiere rinascimentale che è la città di Firenze, dall’altro verso le colline che ospitano l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, non lontano dall’ultima residenza di Galileo Galilei. Avvalendosi di generosi prestiti provenienti da collezioni pubbliche e private, in questo sistema di riferimenti spaziali sono disposti i lavori realizzati a partire dalla fine degli anni Ottanta fino a gli anni più recenti, come i due totem Verso il cielo (1987) e Vedere verso l’alto (1992), Equilibri precari quasi impossibili (1991), Segno Australe - Croce del Sud (1991), Colpo di gong (1993), Vie del cielo (1995), il ciclo di orbite di Ordine cosmico (1995-96), Totem con nuvola (1996) e l’inedita Scultura che guarda (2008-2009).