Andrea Asciuti (Lega) e Malkhasyan Suren, referente della comunità Armena fiorentina: “La guerra in Nagorno-Karabakh non deve lasciarci indifferenti”

Ancora una volta i mass media non ci informano adeguatamente su una guerra che ci riguarda più di quanto possiamo superficialmente pensare.
Il Nagorno-Karabakh è un territorio tradizionalmente a maggioranza armena e cristiana, quello che è accaduto negli ultimi mesi va considerato in continuità con il genocidio degli armeni che si è consumato nell’Impero Ottomano (1915-16) pervaso dal nazionalismo turco e dall’odio verso gli armeni cristiani. Conquistato dai sovietici, il Nagorno-Karabakh è stato artificiosamente incluso nell’Azerbaigian, una delle Repubbliche federate nell’Unione Sovietica. La convivenza fra armeni( in prevalenza cristiani) e azeri (in prevalenza musulmani) è continuata difficilissima fino al crollo dell’URSS, quando l’Azerbaigian si è dichiarato indipendente e pure il Nagorno-Karabakh ha intrapreso la strada dell’indipendenza, indicendo un referendum (1991). Gli azeri hanno reagito con una guerra che si è conclusa nel 1994 con un armistizio che si è rivelato fragile e che è stato monitorato dal “gruppo di Minsk”, una struttura di lavoro creata nel 1992 dalla CSCE, Conferenza sulla Sicurezza e Cooperazione in Europa (dal 1995 con il nome Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Lo stato indipendente del Nagorno Karabakh, non riconosciuto a livello internazionale, ha assunto il nome di Repubblica dell'Artsakh. Nel settembre di quest’anno l’Azerbaigian ha ripreso la guerra, forte del sostegno militare della Turchia e di altre milizie islamiste. L’Armenia e l’Artsakh, nettamente inferiori dal punto di vista militare, sono state costrette ad un armistizio (9 novembre) che concede importanti territori all’Azerbaigian. L’attacco a tradimento contro gli armeni è stato pensato e realizzato in un periodo in cui il mondo è concentrato sull’epidemia del coronavirus; avevano previsto che l’Occidente e la Russia non si sarebbero mobilitati per fermare la guerra scatenata al di fuori del Diritto Internazionale. Ha vinto la Forza contro la Ragione, la Giustizia è morta, ora gli armeni se ne devono fuggire dalle loro terre dell’Artsakh e rifugiarsi in Armenia. Rimarranno nel territorio sotto il controllo turco-azero le testimonianze storiche artistiche della cultura armena e cristiana, soprattutto le chiese e i monasteri. Destinati ad essere distrutti o sterminati”.

Questa la dichiarazione di Malkhasyan Suren, referente della comunità Armena fiorentina

In Francia il Senato ha approvato una risoluzione che sollecita il governo a riconoscere l’indipendenza del Nagorno-Karabakh. In Italia, fino a questo momento, solamente la Lega e Fratelli d’Italia si sono dimostrati sensibili alla tragedia dell’Artsakh, domandando alle Istituzioni internazionali di provvedere alla sicurezza dei monumenti storici-artistici. Io, come consigliere comunale, lunedì 23 novembre ho richiamato l’attenzione della città di Firenze su questa guerra e sull’armistizio che ha premiato gli aggressori. Giustizia vorrebbe che gli invasori si ritirassero e che l’Artsakh potesse ricostituirsi come Stato indipendente.
La situazione sul campo è però complicata. Chiediamo al governo italiano di continuare a sostenere i Co-presidenti del Gruppo di Minsk dell'OSCE, l’unico formato negoziale possibile per la soluzione del conflitto del Nagorno-Karabakh.
Il riconoscimento dell’indipendenza dell’Artsakh e’ l’unico modo per salvare la popolazione dall’annientamento e garantire una vita pacifica e dignitosa. Altrimenti, si rischia il riaccendersi di una nuova guerra”.

Questa la dichiarazione di Andrea Asciuti, consigliere comunale Lega Firenze.

(fdr)

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