Arianna Xekalos, Americo D'Elia e Antonio Vito De Natale (M5S): "Ieri l’assessore Funaro ci ha confermato che i progetti sociali non partono mai senza il consenso del Comune che ospita"

“In questi ultimi giorni la città di Firenze è stata disturbata e svegliata dal solito torpore di città provinciale e per indolente consuetudine; la definizione ha valenza positiva nel senso che la vita si svolge con sufficiente tranquillità nella convinzione di poter godere della protezione di una qualche sovrumana entità, da un fatto di cronaca abbastanza grave per Firenze. Tant’è che a pochi giorni dall’atto criminoso commesso da quattro giovani minori ma prossimi alla maggior età, che hanno aggredito in pieno centro uno studente ventunenne di Grosseto, tutti i media di cronaca locale continuavano a riportare l’evento; qualcuno a più riprese. Firenze è talmente non abituata e impreparata a tali eventi che, quasi tutti, gli stessi cronisti incorrono nell’equivoco nel definire la banda con l’appellativo di Baby Gang. Di baby gang si può trattare per componenti adolescenti 12-14 anni, magari incensurati; ma qui si tratta di componenti prossimi alla maggiore età e qualcuno già colpito da precedenti atti delinquenziali anche molto più gravi della semplice sottrazione di un cellulare. In questo caso si tratta di valutare se a monte c’è un progetto di vero e proprio modus viventi.    

I componenti risiedono in un centro d’accoglienza di Calenzano gestito da una cooperativa sociale Fiorentina nata da un progetto concordato fra la cooperativa e il Comune di Firenze.                             

Il progetto nato ad Aprile 2017 riguarda la gestione di minori non accompagnati con lo scopo di recuperare le qualità individuali e promuoverle, per dare un’adeguata preparazione e formazione mediante corsi e percorsi al fine di favorirne l’agevolato inserimento nel mondo del lavoro. Attraverso la valorizzazione delle abilità e competenze del ragazzo, allo stesso, vengono forniti gli strumenti necessari per una piena integrazione e autonomia.

Verso la fine del 2017, su chiamata di alcuni condomini del condominio dove si trova il centro d’accoglienza, ricavato in due appartamenti posti al piano terra ed al piano primo non collegati tra loro, abbiamo fatto un sopralluogo. I condomini hanno fatto notare le forti difficoltà che erano costrette a sostenere per le modalità di utilizzo dell’immobile, i modi ineducati e, a volte aggressivi, degli occupanti, tanto da indurci a portare in Consiglio Comunale un’interpellanza  che era orientata a  conoscere che tipi di rapporti ci sono tra gli ospiti della struttura e l’amministrazione comunale: se erano iscritti in anagrafe a qualunque titolo, se risultavano residenti, se il Comune veniva informato, sotto qualunque forma, sui flussi e possibili, alternanze fra i componenti. Niente, di tutto ciò, niente assoluto. Ci è stato risposto che esageravamo! Che comunque la Cooperativa, per convenzione, non era tenuta a relazionare il Comune di Calenzano circa le attività, gli avvicendamenti ecc. tant’è che, paradossalmente assurdo, dei partecipanti alla sperimentazione, nei registri comunali stessi, a detta dell’assessore competente, non viene riportata traccia”. Lo affermano Americo D'Elia e Antonio Vito De Natale, Consiglieri Comunali del M5S a Calenzano.

“L’Assessore al welfare Panzi del Comune di Calenzano, nel consiglio Comunale di Dicembre 2017 ha detto di essere stato “semplicemente” avvisato tramite una semplice comunicazione ad Aprile di questo progetto da parte del direttore dei servizi sociali del comune di Firenze, ma ieri ad un’interrogazione che ho presentato in Consiglio Comunale l’assessore al welfare Funaro, ci ha spiegato come sta la verità” commenta Arianna Xekalos, Consigliera Comunale del M5S a Firenze.

“Il Sindaco di Calenzano non ha detto tutta la verità, né ai residenti che lamentano da mesi questa situazione grave, né al Consiglio Comunale, perché non solo era a conoscenza del progetto ma lo aveva ritenuto importante, appoggiando questo progetto sperimentale come detto dall’assessore Funaro e come dimostrano alcune lettere scambiate tra i due comuni ad aprile 2017” continuano Xekalos, D'Elia e De Natale. “Il Sindaco di Calenzano si è dichiarato entusiasta di un progetto che riteneva importante e l’amministrazione di Calenzano si è dichiarata disponibile ad una collaborazione. La stessa assessore Funaro ha riferito che tali progetti non possono partire senza il consenso del Comune ospitante. È vero quindi ciò che dichiarava l’assessore al Welfare di Calenzano Panzi, che questi progetti possono stare ovunque, ma possono starci solo con l’autorizzazione del Comune che ospita.

Queste premesse ci inducono ad alzare l’attenzione sulle possibili corresponsabilità di terzi, anche per l’accaduto; dei comuni, della cooperativa, dei collaboratori, formatori, ecc. Se ai giovani accolti è riconosciuto, per progetto, un sostegno programmato, allo scopo di fornire un’adeguata preparazione per il raggiungimento di una piena autonomia, è evidente che al momento ne sono privi. La responsabilità di gestione per l’organizzazione del sostegno è compito, in primis della cooperativa, che è anche destinataria dei contributi per la conduzione delle varie attività. Fra le responsabilità è compresa anche l’attività di verifica sul raggiungimento degli obbiettivi, il monitoraggio, il controllo, il contenimento degli atteggiamenti caratteriali, che non vanno interpretati come costrizioni ma come erogazione di servizi, anche come deterrente avverso alle tentazioni.  Invece ci siamo. Su tutto questo il paradosso è che l’evento, essendosi consumato a Firenze, a Calenzano sembra che niente sia accaduto. Anche l’amministrazione calenzanese al completo, sollecitata l’attenzione in apertura dell’ultimo Consiglio Comunale, non ha dato esito degno di nota.

Noi del Movimento 5 Stelle, come abbiamo sempre sostenuto, crediamo che questa sia l’occasione per sollecitare l’allestimento di tutti gli strumenti idonei perché questi eventi non si debbono ripetere. Gli strumenti di esclusione, di allontanamento, ecc. sono assolutamente inidonei; spostano il problema, lo diversificano, magari stimolano a studiare forme di delinquenze più elaborate, più sofisticate, magari anche più difficilmente riconoscibili.                                                                           

Non ci fermeremo qui e chiederemo ad i nostri consiglieri regionali di interrogare anche la Regione, al fine di fare luce sulla gestione di questa cooperativa e sui rapporti con i comuni di Firenze e Calenzano” Concludono Xekalos, D’Elia e De Natale. (fdr)

 

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