Bilancio, Emanuele Cocollini e Federico Bussolin (Lega Firenze): “Nardella dà i numeri e sono pure quelli sbagliati”

“Nel 2020 migliorati i conti del Comune invece di destinare ogni risorsa disponibile per salvaguardare e rilanciare l’economia cittadina”

“Firenze ha soldi – dichiara il Capogruppo della Lega Federico Bussolin – molti soldi da poter destinare ai fiorentini in questo periodo di crisi. Lo “spaventapasseri” Nardella, anziché agitare nuovamente l’ombra delle luci spente dei lampioni, dovrebbe preoccuparsi di fare delle scelte come quella di ridurre ulteriormente la Tari alle imprese e alle famiglie, anziché restare con le mani in mano. La grande beffa la troviamo quando il Sindaco decide di non spendere i tutti i soldi possibili per il periodo di crisi, aumentandosi invece la cassa: ma Nardella fa il banchiere o il Sindaco? Stanno comprando tempo – conclude Bussolin – con i soldi per l’emergenza per strategie elettoralmente convenienti, mentre invece oggi c’è una città che chiede l’azzeramento delle tasse, con buona pace del Sindaco banchiere”.
“La situazione finanziaria del Comune di Firenze – dichiara il vicepresidente del Consiglio Comunale e consigliere della Lega Emanuele Cocollini – al contrario di quanto si dica o si possa immaginare è migliorata nel 2020 rispetto al 2019. I numeri che lo dimostrano sono scritti nero su bianco nel rendiconto 2020 che il Consiglio comunale si appresta a votare nelle prossime settimane. Innanzitutto è bene sfatare un mito: il Comune di Firenze nel 2020 non ha mai avuto problemi di cassa ed anzi ha provveduto a pagare i fornitori con 11 giorni di anticipo rispetto al 2019 e la cassa è aumentata da 112.661.293,68 milioni al 31/12/2019 a 195.995.699,23 milioni del 31/12/2020”.
“Mai in nessun giorno dell’anno – continua Cocollini – il Comune ha avuto problemi di cassa che comportassero lo spegnimento delle luci della città. A conferma di questo il Comune non ha mai dovuto ricorrere ad anticipazioni da istituto tesoriere che pure erano disponibili in bilancio fino a 300 milioni”.
“A fronte di minori entrate – prosegue Cocollini – di natura tributaria, contributiva, perequativa ed extratributaria di -117 milioni rispetto al 2019, sono aumentati i trasferimenti dallo stato di +107 milioni, con una differenza negativa di soli 10 milioni, di cui 5 sono stati recuperati da “entrate da riduzioni di attività finanziaria”.
“Non è quindi vero che 60 milioni sono stati trovati nelle more del nostro bilancio, ma gli equilibri sono stati garantiti quasi integralmente da trasferimenti del Governo come non è vero che il taglio delle tasse locali è stata una scelta del Comune, la quasi totalità delle risorse necessarie è pervenuta dallo Stato per quei provvedimenti specifici. La spesa corrente rispetto al 2019 è passata da 584 milioni a 577 milioni del 2020 in diminuzione di 7 milioni. L’avanzo di competenza è passato dai +72,3 milioni del 2019 ad +80 milioni del 2020. Gli equilibri di bilancio complessivi sono passati da +38,3 milioni del 2019 ai +91 milioni del 2020”.
“La situazione – conclude Cocollini – è certamente grave, anche da un punto di vista finanziario e gli Enti Locali, che al contrario dello Stato non possono indebitarsi, non devono essere lasciati soli in questa battaglia, ma siamo di fronte ad un grande paradosso: è inutile in un momento come quello che stiamo vivendo continuare strumentalmente a battere cassa al Governo per salvaguardare lo status quo migliorando allo stesso tempo i fondamentali dell’ente, quelle risorse sono importanti per ripensare profondamente i servizi, scegliere dove intervenire con maggior vigore e dove tagliare di più”.

“D’altronde, se è vero che la pandemia ha colpito in maniera asimmetrica imprese e lavoratori, categorie considerate essenziali e quelle non, non ha alcun senso continuare a ragionare come se la Firenze post-pandemia ritornerà magicamente quella che era prima. Al Sindaco Nardella spetta l’onere di fare delle scelte che non può essere più rimandato e non quello di esercitare la politica del comprare tempo in attesa che la tempesta passi”. (s.spa.)

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