Caso Niccolò Ciatti. Luca Milani (Presidente Consiglio comunale): “Chiediamo spiegazioni esaurienti sulla scarcerazione di uno dei due ceceni accusati dell’omicidio”

Il 12 agosto scorso, a quattro anni dalla morte, è stato ricordato Niccolò Ciatti, il giovane di Scandicci morto nel 2017 dopo essere stato brutalmente picchiato in una discoteca di Lloret de Mar, località dove era andato in vacanza, attraverso lo spettacolo di Ugo De Vita: “Memoria familiare”, testo poetico, scritto insieme alla famiglia Ciatti – ha detto il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – per chiedere giustizia e per parlare ai giovani, per far capire l’importanza della vita, per far capire la differenza e distanza tra l’etica e la morale: ciò che è vietato e ciò che è male.

A metà ottobre la notizia che è stato estradato in Italia l’imputato ceceno che nei video così crudi, così terribili, sferra un calcio alla testa di Niccolò, uccidendolo sembra indirizzare tutto nella strada giusta; finalmente verso un processo ed in Italia.

Invece questo 22 dicembre, la Corte di Assise di Roma ha disposto la scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, uno dei due ceceni accusati dell’omicidio di Niccolò.

La carcerazione pare sia stata revocata, in accoglimento di un’istanza presentata dalla difesa dell’uomo in quanto, la misura cautelare non poteva essere emessa perché Bissoultanov non si trovava in Italia al momento dell’emissione dell’ordinanza che disponeva il carcere nei sui confronti.

Un cavillo formale, un errore procedurale? Questa novità di fine anno ci ha lasciato veramente amareggiati e tristi, perché è innegabile il valore del diritto, che vale per ambo le parti in giudizio, ed è innegabile la presunzione di innocenza, ma davanti a prove che vanno oltre ogni ragionevole dubbio è davvero difficile mantenere fiducia nella capacità di Giustizia, quella con la G maiuscola, che non è vendetta ma è capacità di accertare la verità e applicare le sentenze. In questo momento – ha concluso il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – possiamo solo farci sentire vicini alla famiglia Ciatti, ai familiari e agli amici, ed unirci all’appello verso le nostre Istituzioni democratiche a partire dal Ministero della Giustizia quantomeno per una spiegazione esauriente dell’accaduto”. (s.spa.)

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