"Fatto inaccettabile, subito il ritiro e istruire indagini interne. Anche il PD a Palazzo Vecchio faccia sentire la sua voce"
Continua a tenere banco la questione del libro curato da Rodolfo Fiesoli “Il libro dimenticato dalla scuola” che era stato individuato dal Consigliere metropolitano di Firenze e Consigliere comunale di Campi Bisenzio di Forza Italia, Paolo Gandola, proprio nella biblioteca di Campi Bisenzio.
“La situazione è ancora peggiore di quanto pensassimo - dichiara il consigliere Gandola -, in quanto il volume è a disposizione per la consultazione ed il prestito non solo a Campi Bisenzio, ma anche a Firenze ed in particolare nella biblioteca del CESVOT (Centro Servizi Volontariato della Toscana), della CGIL e, addirittura, nella Biblioteca Pietro Leopoldo del Consiglio Regionale della Toscana. Un fatto che mi fa rabbrividire e che getta una luce cupa e mesta sulle due importanti istituzioni. Auspico che celermente i responsabili delle due biblioteche pongano termine a questo scempio e ritirino immediatamente dal loro catalogo questo libro”.
A rincarare la dose il capogruppo azzurro al Comune di Firenze, Jacopo Cellai che dichiara: “Possibile che nessuno controlli la catalogazione? Già la notizia del volume a disposizione del pubblico a Campi ci aveva fatto saltare sulla sedia, ora, scoprire che questo volume sia a disposizione anche dell’utenza a Firenze è un ulteriore fatto di enorme gravità a cui mi auguro si ponga immediatamente fine ritirandolo definitivamente dagli scaffali. Il fatto poi che il volume sia pronto per la consultazione, anzi attualmente addirittura in prestito, presso la Biblioteca del Consiglio regionale, lo denuncerò al nostro consigliere in Regione Toscana, Marco Stella, perché intervenga prontamente. Chiediamo inoltre che anche il PD di Palazzo Vecchio faccia sentire su questa vicenda la propria voce".
I Consiglieri azzurri Gandola e Cellai all’unisono dichiarano: “Vogliamo capire la ragione per cui nelle due biblioteche, in particolare quella del Consiglio regionale della Toscana, sia ancora a disposizione e a catalogo il volume e chiediamo che sia fatta un’indagine interna per comprendere come avvenga la catalogazione e la revisione della stessa. Impensabile che un libro curato da un condannato a oltre 15 anni di carcere per abusi sessuali e psicologici e che mitizza le esperienze educative adottate presso la comunità del Forteto sia ancora a disposizione dell’utenza, come se fosse un saggio da cui prendere spunto per analisi, approfondimenti o studi di tesi di laurea. Tutta questa situazione ci dimostra, purtroppo, come sebbene siano stati fatte indagini, commissioni di inchiesta e processi si sia ancora troppo lontani dall’estirpare la lugubre e drammatica storia del Forteto dalla cultura e dalla narrazione toscana; tutto ciò è triste e ci indigna profondamente”. (fdr)