Conferimento della cittadinanza onoraria a Pakhshan Azizi. Lorenzo Masi (Capogruppo Movimento 5 Stelle): “Una difensora dei diritti, una donna che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri”

Queste le dichiarazioni di Lorenzo Masi, capogruppo Movimento 5 Stelle sul conferimento della cittadinanza onoraria a Pakhshan Azizi

“Ci ritroviamo oggi per alzare la voce, insieme, contro un’ingiustizia che non possiamo accettare in silenzio. Oggi siamo qui per Pakhshan Azizi, attivista curda, operatrice umanitaria, donna libera e coraggiosa, che sta affrontando la condanna a morte in Iran per il solo fatto di aver lottato per i diritti umani, per la libertà del suo popolo, per la dignità delle donne.
Pakhshan non è una criminale. È una difensora dei diritti, una donna che ha dedicato la sua vita ad aiutare gli altri, in particolare i più vulnerabili: donne sfollate, bambini vittime di guerra, persone senza voce. Ma in un regime che reprime il dissenso e perseguita chi si batte per la giustizia, il suo impegno è stato trasformato in un crimine.
Arrestata, torturata, costretta a confessare sotto pressione, condannata a morte dopo un processo iniquo: questa è la realtà che Pakhshan sta vivendo. E purtroppo, non è sola. Come lei, tante altre donne curde, giornaliste, attiviste, studentesse, subiscono ogni giorno la violenza di un sistema che vuole ridurle al silenzio.
Ma oggi, da qui, vogliamo dire con forza: noi non stiamo in silenzio. Noi non ci giriamo dall’altra parte.
Chiediamo con determinazione:
• La revoca immediata della condanna a morte per Pakhshan Azizi;
• Il suo rilascio incondizionato;
• Il rispetto dei diritti fondamentali delle donne, delle minoranze etniche e di chiunque osi alzare la testa contro l’oppressione.
Ci appelliamo alla comunità internazionale, alle istituzioni europee, alle Nazioni Unite: fate pressione sull’Iran, usate tutti gli strumenti diplomatici e politici a disposizione. Il tempo stringe. La vita di Pakhshan è appesa a un filo.
E a voi, persone presenti qui oggi, dico: continuiamo a mobilitarci, a firmare petizioni, a diffondere la sua storia, a gridare il suo nome finché non sarà libera. Perché quando si difende la vita e la libertà di una sola persona, si difende la libertà di tutti.
Pakhshan Azizi non è sola. E finché la sua voce sarà soffocata, la nostra griderà più forte”. (s.spa.)

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