All’interno del Consiglio comunale è stata celebrata la Giornata della Memoria. Dopo l’introduzione del presidente del Consiglio comunale Luca Milani è intervenuta la Vice Presidente dell’Aned Sara Burberi e la maestra di pianoforte Sofia Tapinassi che ha lavorato al progetto “Lasciammo il campo cantando” sulla divulgazione delle attività musicali nel campo di concentramento di Theresienstadt.
“Il treno della memoria carico di cinquecento studenti e diretto ad Auschwitz sarebbe dovuto partire a fine gennaio, come ogni anno dispari. Non accadrà, per ovvi motivi legati all’emergenza sanitaria in corso.
La Toscana intende però ricordare anche quest’anno, con i giovani e i testimoni sopravvissuti, l’inferno patito nei campi di sterminio tedeschi e le violenze subite da nazisti e fascisti: perché la memoria è come un vaccino, che ha bisogno di richiami frequenti. Lo farà – ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – nel corso di un evento on line con le scuole il 27 gennaio, giorno della memoria, giorno in cui nel 1945 furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.
Sono passati venti anni. E’ del 2000 infatti la legge del Parlamento italiano con cui il Giorno della Memoria fu istituito. Nel 2001 fu celebrato la prima volta: per ricordare lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti, le leggi razziali italiane e la persecuzione italiana, ma anche tutte le altre vittime finite nell’inferno dei lager e della deportazione e pure chi, a rischio della vita, provò a salvarle; e l’anno immediatamente successivo, nel 2002, da Firenze si mise in moto il primo ‘treno della memoria’ carico di ragazzi. Un viaggio nella storia e nella memoria per salvaguardare il presente e il futuro da nuovi tragici errori.
Con il treno la Toscana ha fatto da apripista tra le Regioni, oltre settemila studenti complessivamente saliti a bordo. Fino al 2005 quel treno si è messo in moto ogni anno, poi la frequenza è diventata biennale, intervallata negli anni pari da un meeting con più di ottomila studenti delle scuole superiori di tutta la regione, riuniti a Firenze nel nostro palazzetto dello sport, unico, dedicato a Nelson Mandela.
Quest’anno, si svolgerà on line, in collegamento in streaming dal Teatro della Compagnia di Firenze.
Ma la città di Firenze ha anche un altro episodio da ricordare: a seguito degli scioperi nelle fabbriche del 3 e 4 marzo 1944, la rappresaglia fascista e nazista culminò con la partenza dal binario 2 della stazione di SMN di un convoglio diretto al campo di Mauthausen in Austria; su 342 persone solo 63 sono riuscite a tornare e nonostante fossero di nuovo a casa, l'inferno che avevano vissuto ha cambiato irrimediabilmente la loro vita.
L’8 marzo 2009 in occasione del 65° anniversario il Comune di Firenze firmò un patto di fratellanza con il comune di Mauthausen, l’unico in essere della nostra città. Nel Novembre 2019 per i 10 anni di reciproca fratellanza in rappresentanza del Comune di Firenze ho partecipato insieme ad Aned a questa importante ricorrenza.
La proposta all’amministrazione, arrivò da uno dei sopravvissuti, l'allora Presidente di ANED fiorentina Mario Piccioli. Il Sindaco di Mauthausen, Tomas Punkenhofer così affermò “siamo veramente lieti della realizzazione del patto di amicizia. Lo consideriamo un contributo importante per l'intesa fra i popoli e come elemento prezioso del nostro agire comune con l'obbiettivo di non far mai ritornare i tempi del fascismo”.
La città Metropolitana di Firenze organizza ogni anno insieme ad ANED, i primi di maggio per la ricorrenza della liberazione del Campo di Mauthausen, il viaggio degli studenti delle scuole secondarie di primo grado nei campi di Mauthausen, Ebenseen, Gusen e San Sabba in Italia e ogni anno il Consiglio comunale di Firenze – ha conclusomil presidente Luca Milani – ospita una delegazione di giovani studenti per farci raccontare quello che hanno visto e le cose che hanno provato. L’anno scorso il viaggio non si è svolto e quindi non è stato possibile avere oggi una loro testimonianza. Ma abbiamo deciso di dedicare comunque uno spazio di riflessione e commemorazione”.
Sara Burberi ha ricordato che bisogna essere testimoni della memoria. “Voltarsi dall’altra parte di fronte alle tragedie umanitarie, far finta che non succede niente, che le guerre non ci siano – ha spiegato la Vice Presidente dell’Aned Sara Burberi – alla fine ci mette su uno stesso piano degli aguzzini. Così è accaduto nella tragedia dei lager e così sta accadendo per le persone che sono confinate ed abbandonate nel silenzio assordante delle istituzioni internazionali. Dobbiamo coltivare la memoria ma dobbiamo essere anche coerenti con la memoria che coltiviamo”. La maestra di pianoforte Sofia Tapinassi ha raccontato quel che accadde nel campo di concentramento di Theresienstad che ospitò molti bambini e un gran numero di musicisti strumentali, compositori e maestri d'orchestra. Una storia particolare e poco conosciuta. Venivano infatti tollerati i concerti a scopo di propaganda. (s.spa.)