Convegno sul disagio lavorativo al Palagio di Parte Guelfa. Alberici, Grassi e Verdi (Frs): “Grazie all'associazione Gli amici di Daniele, un'ottima occasione, per fare il punto sulle risposte legislative”

“Ma le istituzioni, anche a livello locale, devono fare di più”

“Il mobbing e il disagio lavorativo sono sempre tra noi, purtroppo in carenza di una legge nazionale, e chi si ammala a causa del mobbing, a volte ne muore. Bene hanno fatto, quindi, l'assessora Funaro e l'assessore Gianassi ad intervenire al convegno portando il saluto delle istituzioni – dichiarano i Consiglieri di Fras Alberici, Grassi e Verdi – ma il non essersi dilungati più di tanto su quanto le istituzioni potrebbero fare, ci delude. Alla domanda della Presidente dell'associazione Gli amici di Daniele, che ha organizzato il convegno, circa la possibilità di avere degli spazi in strutture pubbliche per lavorare e per organizzare incontri, l'assessora Funaro ha promesso di impegnarsi per concedere tali spazi ma, concretamente, nonostante questa domanda sia stata fatta tante volte, non è arrivato ancora nulla e strutture in dismissione da assegnare per fini di interesse sociale e pubblico, non mancherebbero certo – proseguono i consiglieri – e il lavoro portato avanti sul territorio da associazioni come Gli amici di Daniele è notevole e senza di loro niente sarebbe possibile. Dieci anni di impegno, sopratutto volontario, hanno convogliato competenze e professionalità attorno a un tema difficile di cui ancora si parla poco e, magari, solo quando accadono gli episodi più eclatanti ma il legislatore cosa fa? Due sono le proposte di legge regionale, una sul deposito delle armi (ferma in commissione), alla cui stesura abbiamo contribuito, e una specifica sul mobbing (che presto verrà depositata) che sono state portate avanti dal Consigliere di Sì Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, intervenuto oggi al convegno. Purtroppo quindi, gli iter legislativi procedono lentamente, mentre si registrano urgenze e bisogni in tutti gli ambiti lavorativi, anche quelli pubblici che apparirebbero più protetti. Le forme di disagio possono essere molteplici e anche il contesto è importante. Perché, per esempio, il Comune di Firenze non ha ancora attuato, come promesso da Gianassi l'anno scorso proprio in occasione di questo convegno, progetti sull'attenzione all'uso delle armi nella Polizia Municipale?

L'amministrazione comunale si è lasciata il problema alle spalle, nonostante la mozione che questo Gruppo consiliare ha presentato proprio a tutela della sicurezza degli operatori della Polizia municipale. Un atto che chiedeva con forza l'introduzione delle armerie nei reparti e che è stato accolto anche dalla maggioranza, tanto che nel giugno scorso il Consiglio ha votato l'atto da noi proposto. L'assessore non pare avere però la stessa preoccupazione per il benessere lavorativo dei vigili, tanto che possiamo notare come al contrario, aumentino le armi sofisticate e pericolose in mano a chi ha il compito, sì, di proteggere la cittadinanza ma anche se stesso dal rischio che il possesso di tali armi comporta. Tutti dovrebbero fare la loro parte - concludono i consiglieri - e non lasciare sole le associazioni, anche pensando agli enormi costi che il disagio lavorativo implica in termini sanitari e sociali. Le istituzioni, anche a livello locale, finanzino, per esempio, progetti di prevenzione, sin dalla scuola in quanto, come è stato affermato dagli psicologi durante il convegno, il problema – concludono Alberici, Grassi e Verdi di Firenze riparte a sinistra – è anche di comportamento e di educazione: purtroppo, i buller di oggi possono diventare i mobber di domani”. (s.spa.)

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