Presentato il bilancio del sostegno offerto dall’Ordine degli psicologi della Toscana. Vannucci: “Felici di aver contribuito all’ottima riuscita del servizio”
Cittadini toscani comuni, con un’età media di 50 anni, principalmente di sesso femminile e con stati di ansia e paura, preoccupazione per familiari, parenti, amici e richiesta supporto per attacchi di panico. È questo l’identikit dei cittadini toscani che, durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, si è rivolto alle linee telefoniche attivate dall’Ordine degli psicologi della Toscana e dal Comune di Firenze gestite da circa 400 psicologi. Il bilancio del servizio di sostegno psicologico offerto dagli psicologi toscani durante il lockdown ai fiorentini e a tutti i toscani è stato presentato oggi a Palazzo Vecchio dall’assessore a Welfare e Sanità Andrea Vannucci, dalla presidente e dal vicepresidente dell'Ordine degli psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino e Simone Mangini.
“L’ordine degli psicologi, che ringraziamo per la preziosa collaborazione e la grande professionalità dei suoi iscritti, è riuscito a intercettare i bisogni delle persone nella fase più dura del lockdown e durante la fase della ripartenza - ha detto l’assessore Vannucci -. Il Comune di Firenze ha fatto la sua parte mettendo a diposizione il proprio call center ‘Io resto a casa’ che ha funzionato da filtro e da canale di informazione privilegiato per accedere a questo tipo di servizio alla persona che è stato svolto in maniera totalmente volontaria e gratuita da parte dei professionisti dell’ordine degli psicologi della Toscana”. “Firenze ha fatto anche da centro di riferimento per gli altri comuni e le altre province della regione - ha continuato Vannucci -, mettendo il nostro centralino a disposizione anche per chiamate provenienti da fuori città. Siamo perciò felici di aver contribuito all’ottima riuscita del servizio, che è servito anche a chiarire un aspetto che mi auguro possa essere ripreso e valorizzato anche in futuro: la necessità forte di avere servizi di sostegno psicologico a disposizione della cittadinanza indipendentemente dal poterselo permettere, un servizio universale”.
“Nel momento in cui questa emergenza sanitaria sarà terminata - ha spiegato la presidente Maria Antonietta Gulino - come richiesto dal sindaco Dario Nardella che ringraziamo per la collaborazione e la sensibilità dimostrata in questi mesi di emergenza, ci mettiamo a disposizione di Firenze con i nostri professionisti psicologi per ragionare di un nuovo modello di città che parta dai bisogni dei cittadini e sappia guardare con speranza al proprio sviluppo e futuro”.
Le linee telefoniche. La prima linea a carattere informativo è stata attivata il 16 marzo 2020 e ha terminato di essere attiva il 18 maggio con l’avvio della fase 2. La seconda linea telefonica, quella di supporto psicologico realizzata in collaborazione con il Comune di Firenze, è stata attivata il 24 marzo ed è stata chiusa il 30 maggio e prevedeva fino a 2 follow up. Dal 16 marzo sono state registrate 808 chiamate, di queste 564 chiamate (69,8%) sono state registrate sulla linea 1 e le restanti 244 (30,2%) sulla seconda linea. Delle chiamate arrivate alla linea 1 il 3,5% dei soggetti ha chiamato più volte.
Rispetto alla seconda linea è possibile rilevare che ci sono stati 50 primi follow up richiesti, mentre 40 soggetti hanno usufruito anche del secondo follow up. L’età media delle persone che hanno usufruito del servizio è stata di 50 anni. L’età minima 18 anni, mentre l’età massima 91 anni. Rispetto al sesso il 69,7% delle chiamate sono arrivate da donne e il 30,3% da uomini.
Chi ha chiamato. L’80,7% sono cittadini, il 12% gli stessi psicologi, il 5% (40) operatori sanitari, il 2,3% altre persone.
Da dove hanno chiamato. Secondo quanto riporta l’indagine il 48,9% delle chiamate sono arrivate da Firenze e provincia; da Lucca l’8,1%, da Siena il 7,5%, da Livorno il 6,8%, da Pisa il 6,4%, da Pistoia il 5,6%, da Arezzo il 5,3%, da Prato il 4,4%, da Grosseto il 2,7% e da Massa Carrara l’1,7%. Sono arrivate anche chiamate da fuori regione (2,4%) (Lombardia, Bergamo, Lecco; Liguria, Sestri Levante; Emilia Romagna, Modena, Bologna; Veneto, Sicilia, Lazio, Umbria e Campania), 2 chiamate dall’estero (Francia).
Motivo della chiamata. I primi giorni di attivazione della linea sono state ricevute più richieste di tipo informativo, poi successivamente si sono trasformate in richieste prevalentemente di supporto e ascolto. Questa esigenza ha alimentato l’attivazione della linea due. Le richieste di tipo informativo sono state circa il 20% mentre quelle di supporto circa il 75%. A queste si aggiunge un 5% circa di richieste che non riguardano la situazione di emergenza Covid-19.
Motivi di richiesta di supporto. Prevale la motivazione legata a stati di ansia e paura (circa il 31%), la ricerca di un supporto generico spinto da un bisogno di ascolto (17%), seguono richiesta di supporto per la preoccupazione per familiari/parenti/amici (10%), supporto per una psicopatologia pregressa (8,1%), supporto per attacchi di panico (7,0%). La ricerca di supporto per preoccupazioni collegate al lavoro rappresenta il 3,8% della motivazione della chiamata alla linea, per il 2,2% il supporto viene ricercato perché è in quarantena obbligatoria l’1,5% perché risultati positivi al Covid- 19. Fra le richieste di informazioni le informazioni generiche hanno riguardato il 5,7% delle chiamate ricevute, l’8,4% informazioni sui DPCM e il 2,8% richieste tecniche da colleghi psicologi, l’1,6% informazioni per minori, 0,9% altro.
Invii. Dal 30 marzo ci sono stati 342 inserimenti rispetto all’invito a contattare i riferimenti che costituivano la rete di supporto che collaborava con l’Ordine degli psicologi della Toscana. Di questi soggetti 24,6% sono stati invitati a contattare un professionista psicologo attraverso il sito dell’OPT, il 12,6% è stato invitato a contattare la linea 2 dell’OPT, il 5,3% sono stati inviati ad un Centro di consulenza familiare, il 5,8% a contattare uno psicologo attraverso il sito CNOP, il 5,3% a rivolgersi a Sipem, il 2,3% a contattare lo sportello di ascolto del Meyer, l’1,2% a rivolgersi allo Sportello di psiconcologia e supporto al lutto della asl, lo 0,6% a contattare il Centro Java, lo 0,8% è stato invitato a contattare il 1522. A questi si aggiungono gli invii al SSR, ai professionisti che già avevano in carico il soggetto, i medici di base, i servizi sociali e le associazioni del territorio per un totale di circa il 18%. Il 24% delle chiamate ricevute non hanno previsto l’invio. (fp)