“A distanza di quasi due mesi dall’approvazione della delibera di conferimento della cittadinanza onoraria al dott. Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica in servizio presso il Tribunale di Catanzaro, l’Amministrazione Comunale fiorentina non sa ancora quando avverrà la cerimonia” così i consiglieri pentastellati.
“Denunciamo l’atteggiamento poco rispettoso di questa Amministrazione, non soltanto nei confronti di un altissimo servitore dello Stato che combatte in prima linea da molti anni contro la criminalità organizzata, ma anche verso tutti i consiglieri e le consigliere di questo Consiglio Comunale che hanno votato a favore e in maniera bipartisan sul conferimento della cittadinanza onoraria al dott. Gratteri ormai da troppo tempo” sottolineano De Blasi e Masi.
“L’assessora Giuliani, per conto dell’Amministrazione, ha dichiarato che ad oggi non è stato possibile individuare una data utile per la cerimonia, visti i numerosi impegni dei soggetti interessati. Queste poche parole ci lasciano perplessi, anche perché il nostro Sindaco ha sempre trovato il tempo per conferire premi quali le Chiavi della Città e il Fiorino d’Oro a tante personalità di rilievo”. “Crediamo fortemente che il conferimento della cittadinanza onoraria al dott. Gratteri abbia un valore simbolico altissimo e proprio per questo riteniamo che non sia giustificabile da parte dell’Amministrazione un simile ritardo” denunciano i consiglieri.
“Inoltre, lo vogliamo ricordare, la proposta di delibera approvata il 10 ottobre scorso impegna in prima persona il Sindaco e il Consiglio Comunale ad attivarsi affinché sia conferita al magistrato la cittadinanza onoraria. C’è quindi una responsabilità diretta di chi rappresenta la città di Firenze nel rispettare l’impegno assunto. E su questo noi presteremo la massima attenzione”.
“Non ci resta quindi che porre un’altra semplice domanda: Che dice Sindaco, tra i suoi numerosissimi impegni, li troverà almeno dieci minuti per rendere il giusto merito ad una personalità illustre di difesa della legalità e della democrazia in Italia?”. (fdr)