L’atto, che raccoglie un appello dei cittadini e diventa di commissione, chiede all’amministrazione di interloquire con la proprietà per evitare la sua alienazione
Queste le dichiarazioni della capogruppo Cecilia Del Re:
“Siamo felici che l’atto proposto dal nostro gruppo avente ad oggetto il futuro del Convento di San Paolo sia stato approvato oggi all’unanimità dalla commissione urbanistica.
Il Convento della Conversione di San Paolo, detto di San Paolino, di proprietà dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, versa infatti attualmente in stato di abbandono, in seguito alla recente scomparsa dell’ultimo frate. È uno spazio di notevoli dimensioni, con anche un giardino e un chiostro interno, situato in un rione del centro storico di Firenze, dove è pure carente lo spazio verde per i cittadini residenti.
In relazione al futuro di questo Convento, oggi dismesso, numerosi cittadini residenti nell’area di Via Palazzuolo hanno stabilito, nel corso degli ultimi mesi, un contatto con la Pneuma Art Foundation, che ha presentato alla proprietà un progetto per realizzare al suo interno delle “botteghe” per giovani artisti, nati in Italia o all’estero, ma legati dall’intenzione di fare di Firenze la propria casa; per salvaguardare la destinazione urbanistica di funzione aperta al pubblico nonché la vocazione storica del convento, grazie anche ad una collaborazione con Palazzo Spinelli; e per aprire il giardino e alcuni spazi interni, restituendo all’area la sua funzione sociale per il quartiere; il tutto, assicurando la sostenibilità economica e un ritorno alla proprietà anche tramite la collaborazione con diverse università statunitensi.
Dal momento che la proprietà del Convento sembra attualmente incerta sulle scelte da fare per il futuro dell’immobile, abbiamo invitato l’amministrazione ad interloquire con l’Ordine dei Carmelitani per scongiurare una sua vendita e valutare un progetto di valorizzazione e apertura all’esterno degli spazi come quello presentato dalla Pneuma Art Foundation.
In un momento in cui la città vive le tensioni dell’overtourism, un progetto come quello elaborato con la Pneuma Foundation creerebbe un ponte saldo tra “residenti” e “visitatori” che vogliono diventare parte anche loro della comunità cittadina, garantendo da una parte la fruibilità di un bene di proprietà privata, ma di storica vocazione comunitaria; e dall’altra la fruibilità della chiesa, di proprietà pubblica, in collaborazione con la Curia, evitando la sua “musealizzazione”. Questo progetto, come sottolineato dalla Commissione con un emendamento che abbiamo accolto con favore, risponderebbe anche ad un presidio sociale per la zona, che da tempo è interessata da episodi di criminalità e invoca a gran voce interventi che possano migliorarne la vivibilità.
Il tema della dismissione di luoghi appartenenti ad enti ecclesiastici rappresenta un altro grande tema da affrontare insieme a quello della dismissione di immobili pubblici, per cui pure il nostro Gruppo si sta impegnando”. (s.spa.)