Anche oggi la Giunta non ha detto nulla sulle prospettive future e su quanto deliberato nel PUMS. Investiamo da subito il ricavato delle sanzioni per violazione dello Scudo Verde nel potenziamento del trasporto pubblico locale
Queste le dichiarazioni della capogruppo Cecilia Del Re di Firenze Democratica:
“Suddividiamo il nostro intervento in 4 punti, che riflettono tutti i temi sottesi ad un provvedimento che è molto di più di un mero provvedimento di “mobilità”.
1) Partecipazione, trasparenza e confronto.
Ringrazio tutti i gruppi di minoranza per aver promosso questo confronto pubblico sul tema dello scudo verde. Anche in questo caso, ciò che ci ha mosso è la necessità di trasparenza di fronte ad un annunci della Giunta che non corrispondono agli atti approvati nello scorso mandato dal consiglio metropolitano, e che non rispondono alle domande sul se e quando entrerà in vigore la cd “congestion charge” o “tassa sul traffico”, per tassare i veicoli più inquinanti dei non residenti a Firenze.
Abbiamo ben compreso che dal 1 aprile saranno attivati i varchi elettronici solo in funzione di controllo dei divieti già esistenti di circolazione di Euro 0 ed Euro 1, ma in futuro cosa ci aspetta? Aspettavamo oggi risposte dalla relazione della Giunta, ma tra attacchi alle minoranze e acuti altisonanti di parole non sono arrivate notizie concrete.
Chiediamo allora che anche il consiglio comunale si interroghi su questo tema, non relegandolo solo alla Giunta.
2) Il presente e futuro della Grande Firenze, ovvero gli aspetti sociali del provvedimento.
Non siamo di per sé contrari alla istituzione di una ztl più ampia in chiave di controllo delle emissioni, ma il tipo di modello di gestione e i tempi di attuazione del medesimo incidono sul rapporto tra Firenze e la Grande Firenze. Abbiamo da sempre ravvisato che il modello della “congestion charge” creasse un muro tra Firenze e i comuni dell’area metropolitana, tra i residenti di Firenze e quelli dell’area metropolitana, discriminando i secondi perché solo questi saranno soggetti alla tassa di ingresso. Non ci pare questo un provvedimento giusto, perché così si fanno ricadere i costi della transizione ecologica sui più deboli, ovvero sui lavoratori pendolari dell’area metropolitana o sulle ditte artigiane che da fuori vengono a lavorare a Firenze.
3) Modelli di gestione: siamo sicuri che sia il migliore quello scelto nel Pums?
Chiediamo quindi di approfondire altri modelli di gestione dello scudo verde, come quello della “pollution charge”, applicato anche in altre città italiane ed europee, che davvero mette l’aspetto ambientale, ovvero la qualità dell’area al centro del provvedimento, e non solo la riduzione del traffico discriminando, in base alla residenza, chi vive a Firenze e chi vive invece nell’area metropolitana, a parità di veicoli inquinanti.
4) Gradualità, trasporto pubblico e incentivi.
Chiediamo, poi, che ogni scelta che verrà compiuta venga previamente condivisa e concertata con i comuni dell’area metropolitana, con una gradualità di attivazione dei varchi che corrisponde all’operatività di un trasporto pubblico efficiente nella propria area di riferimento, parcheggi scambiatori e incentivi che davvero riescano ad accompagnare questa delicata fase di transizione ecologica per aiutare i più bisognosi a cambiare i propri veicoli o motorini: e di solito, chi ha auto o motorini più vecchi, sono coloro che hanno redditi più bassi e non hanno la possibilità di cambiare frequentemente i propri mezzi.
Chiediamo poi che i proventi derivanti dalle sanzioni che già dal 1 aprile verranno elevate siano destinati a potenziare il trasporto pubblico. Perché è grazie ad un trasporto pubblico efficiente che deriva la scelta del cittadino di abbandonare la propria auto. (s.spa.)