“L’indennizzo previsto passa dal consumo di nuovo suolo per la sede di Alia Multiutility ed è un danno per il nostro ambiente. Il protocollo di intesa prevede una nuova edificazione a fronte della rinuncia al contenzioso per i danni chiesti da Alia a Regione e Città metropolitana senza nessuna alternativa per il piano rifiuti”
Queste le dichiarazioni della capogruppo di Firenze Democratica in Consiglio comunale Cecilia Del Re, del capogruppo al Consiglio di Quartiere 4 Massimiliano Piccioli e di Leonardo Calistri (per Firenze Democratica):
“Abbiamo chiesto oggi alla Giunta di confermare se avevamo ben compreso il contenuto di un protocollo di intesa approvato da pochi giorni in giunta (ma non comunicato a mezzo stampa), e purtroppo la risposta è stata positiva.
Un protocollo che per noi non è, infatti, per nulla soddisfacente e rappresenta un danno in primis per tutti i fiorentini, e poi per tutti gli abitanti dell’area dell’Ato centro. Perchè?
1) Perchè non si comprende come mai debba essere il Comune di Firenze ad indennizzare Alia per la mancata realizzazione del termovalorizzatore: il contenzioso infatti Alia lo aveva instaurato contro Regione Toscana e Città metropolitana, nessun danno poteva essere chiesto al Comune di Firenze.
2) Perché la forma dell’indennizzo, poi, è tutto fuorché sostenibile: il Comune di Firenze si impegna infatti ad autorizzare il raddoppio dei volumi che Alia ha nella propria sede di Via Baccio da Montelupo, impegnandosi ad inserire – in deroga ai volumi zero e in una città piena di grandi contenitori vuoti - un’apposita scheda nel POC: si baratta, cioè, la rinuncia del ricorso contro Regione e Città metro con la possibilità di edificare oltre 15.000 nuovi mq, andando così ad ingrossare il patrimonio immobiliare di Alia Multiutility, società ormai sempre più lontana da governance e missione pubblica nonostante abbia in mano la gestione di beni e servizi pubblici essenziali quali acqua, rifiuti e gas. Nuovi volumi che derivano non da una sentenza, ma da una contrattazione, richiamando così da vicino quella che veniva chiamata “l’urbanistica contrattata”.
3) Perché non si dica, infine, che è un accordo che mette fine al termovalorizzatore perché la rinuncia a questo impianto nel piano regionale dei rifiuti era già stata sancita, ed anche il richiamo nel protocollo all’impianto di San Donnino per i RAEE è fuorviante perché trattasi di impianto già da tempo pianificato e autorizzato, e ciò grazie all’intuizione della precedente amministratrice delegata di Alia.
Nel protocollo c’è scritto che se le procedure urbanistiche indicate dal protocollo medesimo non dovessero andare a buon fine, allora dovrà essere trovato un altro modo per indennizzare Alia: bene, se ne trovi un altro e lo si faccia all’interno del nuovo piano dei rifiuti: la mission di Alia, infatti, deve essere quella di chiudere il ciclo dei rifiuti per abbattere i costi ambientali ed economici che questo comporta, non di ampliare il proprio asset immobiliare, consumare nuovo suolo per la propria sede o di quotarsi in borsa per abbattere il debito. Perchè è chiaro ormai che l’unico piano industriale che era stato approvato a fine dicembre 2023 (e che pressochè nessuno conosce perché viene costantemente negato l’accesso, da ultimo anche ad un’istanza di accesso civico sul presupposto che Alia Multiutility si considera già una società quotata) aveva solo quel fine, senza nessuna visione di futuro per tutti i cittadini che questa società dovrebbe servire e senza un piano di transizione ecologica sostenibile per il nostro ambiente. Chiederemo di approfondire il tema in commissione ambiente, visto che è la direzione ambiente (sic!) che ha portato la delibera in Giunta”. (s.spa.)