“Che ci fosse bisogno di intervenire sul fenomeno degli affitti brevi nel centro storico di Firenze, così come nelle altre principali città d’arte in Italia era, ed è, evidente. A Firenze, il sindaco Nardella ha scelto di farlo con una norma ‘grossolana’, riferita al divieto tout court di tipo urbanistico, che non è retroattiva, e quindi permetterà a chi ha attività aperte di continuare ad esercitarle, non incidendo così in modo decisivo sul fenomeno, ma creando invece una ingiustificabile discriminazione tra chi l’attività la può fare e chi no, con la prospettiva quasi certa di una valanga di ricorsi che sarà difficile vincere davanti a un giudice. Occorreva, casomai, distinguere tra chi affitta per necessità, per integrazione al reddito e chi, le tante società attive a Firenze, per mera attività economica. Occorreva un lavoro puntuale, in collaborazione con il lavoro di Anci e tutti gli enti competenti e non frettoloso.
Il primo effetto, intanto, è stato che le iscrizioni sono schizzate sulla piattaforma internet, e la cosa dovrebbe far pensare. Inoltre, con questa norma si limita un diritto, quello alla proprietà privata, garantito dalla Costituzione. Si rende illecito ciò che altri (chi si è iscritto) può svolgere lecitamente. Ma non solo. Crediamo che questa scelta sia sbagliata anche perché già oggi esistono molte attività dedite agli affitti brevi nelle aree limitrofe al centro; con questa norma la rendita, anche delle grandi società che posseggono molte proprietà, si sposterà lì. Con l’effetto che, dopo il centro, si andranno a spopolare anche le aree residenziali fino ad oggi preferite dai nostri concittadini.
Per tutti questi motivi, dopo un’attenta riflessione, il voto alla delibera da parte del gruppo Italia Viva sarà contrario”.
Lo dichiarano in una nota la capogruppo di Italia Viva Mimma Dardano e la consigliera Barbara Felleca
(fdr)