Deportazione nei campi di sterminio degli antifascisti della provincia di Firenze

Cerimonie con il presidente del Consiglio comunale Luca Milani martedì 8 marzo

Martedì 8 marzo ricorre l’anniversario della deportazione nei campi di sterminio degli antifascisti della Provincia di Firenze, promossa in collaborazione con l’Associazione Nazionale Ex Deportati. Il presidente del Consiglio comunale Luca Milani rappresenterà la città di Firenze a due cerimonie.

Alle 10,00 in piazza Santa Maria Novella, la cerimonia commemorativa.

Alle 11,30 presso la Stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, Binario 6, la deposizione di una corona di alloro.

Sono passati 78 anni da quando da piazza Santa Maria Novella furono deportate 342 persone. Partirono senza bagagli, senza sicurezze, senza poter avvertire nessuno, senza poter salutare i propri cari, senza sapere dove erano diretti e quando sarebbero tornati. Erano uomini – spiega il presidente del consiglio comunale Luca Milani – che avevano diritto a vivere, un diritto che il regime nazi-fascista ha tolto loro.

Il treno, partito dalla stazione di Santa Maria Novella, era composto da carri bestiame sigillati ed era diretto alla volta del campo di concentramento di Mauthausen, dove arrivò l’11 marzo. Obiettivo delle autorità tedesche che occupavano Firenze dal settembre del 1943 era quello di procedere ad una repressione esemplare dell’attività clandestina. Su 342, solo 63 sono riusciti a tornare. E, nonostante fossero di nuovo a casa, l’inferno che avevano vissuto ha cambiato irrimediabilmente la loro vita. Hanno preso coscienza dell’importante incarico che il destino gli aveva consegnato, perciò hanno affrontato il dolore dei ricordi, per raccontare a più persone possibile quello che avevano vissuto. Come ha fatto, fino alla morte, Mario Piccioli.

Loro hanno trovato la forza di raccontare; sta a noi non dimenticare e a trarne insegnamento.

Le ideologie razziste esistono tutt’oggi, non sono mai state veramente abolite. Dobbiamo impedirne la rinascita, prevenirle per il nostro futuro.

Dal 2009 i Comuni di Firenze e Mauthausen sono gemellati. Questa è la prova reale – conclude il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – che da eventi così terribili possono nascere dei legami di speranza basati sui valori di accoglienza, uguaglianza, integrazione e antifascismo”.

A Firenze si era svolto fra il 3 e il 4 marzo lo sciopero generale sostenuto dal Comitato di Liberazione Nazionale: esso abbinava rivendicazioni economiche e politiche, ma intendeva essere soprattutto una vistosa prova di forza contro le autorità tedesche e la Repubblica Sociale Italiana. Protagonisti delle manifestazioni furono gli operai di alcuni grandi complessi, come la Galileo e la Pignone, e personale di altre piccole e medie aziende. Dalla provincia fiorentina partirono giovani appartenenti ai ceti popolari, oltre ad un nutrito gruppo di operai e antifascisti adulti.

La data ebbe un valore simbolico nella storia di Firenze sotto l’occupazione: la notizia degli arresti si propagò rapidamente nei vari ambienti cittadini e nei sobborghi, causando diffuse reazioni di panico. (s.spa.)

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