Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune): “Il Capogruppo di Fratelli d’Italia si distrae sui social, ma se vuole può passare da noi”

“L’attacco alla capogruppo di Sinistra Progetto Comune stupisce ed è impressionante il modo in cui un partito di governo scelga di provare a far tacere ogni voce fastidiosa. Non è la prima volta che si usano le piattaforme digitali per agire su altri piani”

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi che replica al capogruppo di Fratelli d’Italia

Più voti prende la destra, più tempo passa sulle piattaforme digitali. Probabilmente sarà un modo per non pensare alle tante divisioni interne alla nuova coalizione di governo nazionale, che immaginiamo abbia ripercussioni anche sulle ipotesi di candidatura per il 2024 a Firenze. Cosa scrive o non scrive la capogruppo di Sinistra Progetto Comune su canali non istituzionali interessa molto a Fratelli d'Italia. Non è la prima volta in cui un canale social viene utilizzato per fare polemiche senza rilevanza per la concreta vita quotidiana delle persone e la dialettica istituzionale di Palazzo Vecchio.
Nel merito, ci sembra di percepire un pregiudizio verso popolazioni formalmente più povere di quella italiana, che dovrebbero pensare a “ben altro”. Per fortuna però il colonialismo italiano è finito e, nonostante la nostalgia proiettata sulla fiamma tricolore del M.S.I., ogni persona può essere libera di interessarsi ai fatti del mondo. Soprattutto di vedere con preoccupazione quanto “la destra di Almirante”, sdoganata da Forza Italia a inizio anni ’90, si sia affermata progressivamente (stando sempre a dividersi i ministeri, altro che storie underdog).
Rispondere a una testimonianza reale, a una pagina di vita vissuta, citando l’Unione Sovietica, come fa il capogruppo di Fratelli d’Italia, qualifica il nuovo stile di un partito di governo. Lo invito quindi a passare dal nostro gruppo consiliare nel pomeriggio, per raccontare volentieri di come esista una tradizione comunista che è finita nei gulag, dopo la seconda guerra mondiale e di quanto a noi interessi un futuro senza sfruttamento, rispetto alle storie passate di oppressione.
Mentre ancora lo Stato non ha mai istituzionalizzato un momento ufficiale in cui ricordare i crimini del Regno d’Italia, prima e durante il fascismo, noi pensiamo sia importante uscire fuori dai luoghi comuni e da propagande anacronistiche.
Personalmente ringrazio la capogruppo per raccontare il suo viaggio in Sierra Leone (che è qualcosa di più di una vacanza, basta leggere le sue parole) con forte consapevolezza, senza mettere in pausa un costante impegno per il bene comune e la giustizia sociale”. (s.spa.)

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