Donata Bianchi (Presidente Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione): “La Turchia esce dalla convenzione di Istanbul”

“La Turchia si è ritirata dalla Convenzione di Istanbul adottata dal Consiglio d’Europa nel 2011, un trattato vincolante per prevenire e combattere la violenza contro le donne. La Convenzione, la cui prima ratifica fu proprio della Turchia, impone ai governi di adottare una legislazione che persegua la violenza domestica e gli abusi, nonché lo stupro coniugale e le mutilazioni genitali femminili.

Negli anni scorsi – ha ricordato la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – Erdogan aveva citato spesso la Convenzione come dimostrazione dei presunti avanzamenti della Turchia nell’ambito della parità di genere, ma poi quando lo stile di governo di Erdogan è diventato più autoritario le cose sono cambiate. Il governo turco non ha spiegato ufficialmente i motivi del ritiro dalla Convenzione, ma secondo alcuni analisti c’entra la volontà del partito di ingraziarsi la base più conservatrice del suo elettorato. Infatti, secondo i conservatori e i partiti più integralisti la Carta danneggia l'unità familiare, incoraggia il divorzio e i suoi riferimenti all'uguaglianza venivano strumentalizzati dalla comunità Lgbt.

La violenza domestica e il femminicidio sono un grave problema nel Paese. L’anno scorso, 300 donne sono state uccise per lo più da mariti, partner e familiari, mentre altre 171 sono morte in circostanze “sospette” in alcuni casi suicidi per sfuggire ad anni e anni di violenze atroci, è quindi morta come esito diretto o indiretto delle violenze più di una donna al giorno.Migliaia di donne turche sono scese in piazza per protestare contro la decisione del governo turco.

E’ ungravissimo  passo indietro che compromette la protezione delle donne in Turchia, in Europa e anche oltre perché si legittima il poter regredire rispetto a passi avanti sugli standard internazionali per la protezione delle donne e dei loro figlidalla violenza che subiscono quotidianamente. Questo ritiro rappresenta un precedente pericoloso.

La Convenzione è stata firmata da 45 paesi in tutto il mondo più l’Unione Europea e ratificata da 21 Paesi europei tra cui l’Italia. L’anno scorso il parlamento ungherese aveva votato contro la ratifica della Convenzione, mentre il governo della Polonia aveva annunciato l’intenzione di uscirne. I governi di Polonia e Ungheria sono entrambi semi-autoritari, populisti e di orientamento molto conservatore.

Questi eventi interrogano anche il nostro Paese, l’ultimo rapporto ombra presentato dai centri antiviolenza italiani  alla Commissione di vigilanza sulla Convenzione ha messo ben in evidenza quanto anche nel nostro Paese la ratifica di Convenzioni internazionali e l’adozione di norme anche innovative non  siano ancora garanzie sufficienti a protezione delle vittime di violenza domestica, violenza di genere. L’interpretazione del diritto sostanziale e procedurale è ancora troppo soggettiva, con scarsa diffusione di standard condivisi e di protocolli di valutazione del rischio capaci di riconoscere tempestivamente ed  efficacemente il pericolo corso da donne e bambini e intervenire in loro protezione.

Ancora troppo spesso si ignorano gli effetti traumatici che soffrono bambine e bambini dall’assistere alla violenza sulla madre, si lasciano sullo sfondo anni trascorsi come testimoni diretti o indiretti di botte, offese, violenze economiche e sessuali. Troppo spesso – conclude la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – la violenza sulla madre è tenuta slegata dalla violenza sui figli e i padri vengono giudicati in fondo dei buoni padri cui non si impone un percorso di acquisizione di consapevolezza del male causato e dei suoi effetti prima di riaffidare loro bambini e bambine terrorizzati, le cui richieste di essere protetti sono non raramente ignorate privilegiando l’accordo tra i grandi”. (s.spa.)

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