“Ricordiamo oggi il bombardamento atomico di Hiroshima da parte dell’aeronautica militare statunitense, il 9 agosto – aggiunge la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – un’altra bomba atomica fu sganciata su Nagasaki, era ufficialmente iniziata la guerra fredda e una nuova corsa agli armamenti.
Complessivamente 300.000 uomini, donne, bambine e bambini morirono, alcuni sparirono e di loro rimasero solo le ombre.
Gli effetti delle radiazioni si protrassero per generazioni, fino ad oggi.
Il 7 luglio 2017, l’Assemblea dell’Onu ha approvato, con 122 sì, il Trattato che vieta l’utilizzo, lo sviluppo, i test, la produzione, la detenzione, la acquisizione, l’immagazzinamento, il trasferimento, la ricezione, la minaccia di impiegare, l’installazione o il dispiegamento di armi nucleari. Finora l’hanno firmato 86 nazioni ed il trattato è entrato in vigore il 22 gennaio di quest’anno. È stata la vittoria della società civile internazionale impegnata da oltre 30 anni nell’International Campaign against Nuclear Weapons.
Stati Uniti e Russia però ne detengono ancora a sufficienza; a febbraio, infatti, è stato riconfermato ed esteso il New Start, l’accordo tra Russia e Usa che limita gli armamenti nucleari strategici fissando un tetto di 1.550 testate e 700 missili e bombardieri dispiegati per ciascuno dei due Stati.
L’impegno delle istituzioni e degli enti locali – conclude la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – deve essere quello di aver cura della memoria, di promuovere la conoscenza della storia, il dialogo tra i popoli e processi di disarmo nucleare. La pace deve essere alimentata ogni giorno perché la guerra è un pericolo sempre all’orizzonte e questa potrebbe essere l’ultima per il genere umano”. (s.spa.)