“Su iniziativa della Commissione Sette (Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione) e in collaborazione con il Coordinamento italiano sostegno donne afghane O.n.l.u.s e la FIDAPA sezione di Firenze è stato possibile incontrare una rappresentante dell’Associazione che da decenni lotta per l’affermazione dei diritti delle donne e delle bambine in Afghanistan, ovverosia RAWA - Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell’Afghanistan.
Rawa – spiega la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – è una delle organizzazioni femminili afghane indipendenti più attive ed affermate in campo sociale sia in Afghanistan che in Pakistan tra i rifugiati afghani. Promuove progetti per l’educazione delle donne, delle bambine delle ragazze, gestisce rifugi per donne maltrattate, percorsi di formazione professionale e per attività di autoimprenditoria. RAWA ha aperto numerosi orfanotrofi in Pakistan e in Afghanistan, alcune centinaia di orfani.
L’incontro è stato un’occasione per conoscere meglio questa organizzazione e ricostruire cosa sta accadendo in un Paese dal quale il presidio dei Paesi occidentali è stato smantellato, abbandonando al proprio destino un popolo dopo un accordo con i Talebani che oggi hanno cancellato ogni forma di opposizione, perseguitano gli attivisti per i diritti umani e hanno restaurato pienamente la sharia che nega i diritti delle donne e delle bambine.
La resistenza faticosamente continua, ma è calato il silenzio su un Paese nel quale continuano gli omicidi arbitrari, le incarcerazioni, le torture.
La forma più forte di resistenza da parte di mote famiglie è quella di continuare a garantire l’istruzione alle bambine e alle ragazze.
I fondamentalisti, signori della guerra, dominano grazie alla forza delle armi e della violenza
La popolazione, anche nelle città, è ridotta in condizioni di povertà, e dove la situazione era già difficile prima della conquista del potere da parte dei Talebani, la realtà è diventa drammatica e si riportano casi di mercato degli organi e tratta di esseri umani.
Qualche settimana fa – continua la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – sono state uccise 50 ragazze, studentesse di una scuola assaltata da truppe di talebani, una notizia questa, come molte altre, che ormai non si rintracciano più sui media.
I Paesi occidentali di fatto stanno ancora trattando con il governo dei Talebani, dal racconto che abbiamo ascoltato è chiaro il conflitto tra interessi internazionali e diritti umani. E’ importante fare sentire la voce della società civile, come ci ha sollecitato la rappresentante di RAWA, altrettanto importante è sollecitare tutte le istituzioni che nell’agosto dello scorso anno furono commosse da quanto stava accadendo nel Paese, dalla fuga disperata di giovani, uomini e donne.
Grazie alle sollecitazioni dell’Avv. Pragliola, esperta di diritti dell’emigrazione e diritti umani, è stato esplorato anche il ruolo che nella resistenza hanno gli uomini, in particolare i giovani. Anche loro sono ingaggiati in azioni di resistenza, il regime autoritario nega tutti i diritti umani fondamentali, ma la condizione più estrema è la cancellazione dei diritti delle donne. Anche in precedenza vigeva la sharia, ma non era applicata, adesso guida ogni azione di discriminazione e repressione della volontà di donne e bambine.
È stata una testimonianza importantissima, ringrazio Debora Picchi di CISDA che ha reso possibile questo incontro e tutte e tutti coloro che hanno partecipato dimostrando solidarietà e volontà di capire.
L’impegno di RAWA – conclude la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – deve però essere sostenuto anche concretamente anche su questo è necessario un impegno delle istituzioni e della società civile”. (s.spa.)