Donata Bianchi (Presidente Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione): “Fermate il genocidio”

“La città di Firenze ha dato un importante segnale di pace e dialogo con il recente corteo silenzioso che giorni fa rispose all’appello di Padre Bernardo riunendo in un comune momento di silenzio e ascolto anche il Rabbino e l’Imam. Ma la mobilitazione – spiega la Presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – è andata avanti grazie alla società civile.
Oltre 70 organizzazioni fiorentine, insieme a centinaia di firme individuali, si sono fatte promotrici di un documento “Pace e Giustizia in Medio Oriente” che offre uno spazio di confronto sulla violenza terroristica di Hamas e sulla violenza delle bombe lanciate dall’esercito israeliano in una reazione che non sembra avere limiti
Come scrive il documento che ho sottoscritto, “l’Umanità sta raggiungendo il suo limite. Il conflitto che si sta sviluppando in Medio Oriente ha una portata storica enorme e, potenzialmente, devastante. Il conflitto israelopalestinese non è cominciato il 7 ottobre del 2023, ma va avanti da decenni e la cosiddetta Comunità Internazionale si accorge di questa guerra solo quando il conflitto ha un’escalation militare, ma ormai è da decenni che la quotidianità nei Territori Occupati Palestinesi e in Israele è segnata da paura, violenze”.
Le associazioni che promuovono questo appello – continua la Presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – hanno denunciato l’orrore subito da tutti i civili, siano essi palestinesi, israeliani o di qualsiasi nazionalità. Questo documento come la marcia verso San Miniato chiede umanità, chiede di restare Umani.
Ciò a cui assistiamo segna il fallimento delle organizzazioni internazionali che hanno responsabilità enormi e, come leggiamo nel documento, “negli ultimi decenni hanno lasciato che la formula “Due Popoli due Stati” diventasse un mero slogan”.
Altre iniziative sono nate tra la società civile, voglio qui ricordare lo sforzo delle Donne insieme per la pace che da oltre un anno si trovano nelle piazze di Firenze per esprimere in silenzio l’orrore di questo tempo drammatico attraversato sempre di più da guerre, stragi in mare e dolore. Da un mese il cuore è verso la terra del Medio Oriente per una diplomazia di pace dal basso. Nelle piazze sono ripresi i presidi manifestando per denunciare, come si legge in un loro documento, “l’indicibile dolore che si sta vivendo in Palestina, in Israele e in troppe parti del mondo”. E tra i civili la loro testimonianza ci ricorda in particolare il dramma delle donne e dei bambini “Tante donne sono costrette a situazioni inumane: gravidanze e parti tra bombardamenti, macerie; condizioni igieniche e sanitarie terribili per la loro salute riproduttiva. Per la loro dignità. Secondo il Rapporto UNFA ci sono 50.000 donne incinte nei Territori occupati che partoriranno nei prossimi mesi. In quali condizioni metteranno al mondo le nuove vite?”.

È in atto una carneficina di bambini e bambine. Una carneficina – conclude la Presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – nei corpi e nei sentimenti. I bambini uccisi e rapiti da Hamas, i bambini uccisi dalle bombe che non sembrano finire mai dell’esercito israeliano.

È una mobilitazione dal basso che chiede di
• Cessare il fuoco
• Salvare i civili
• Rilasciare gli ostaggi
• Aprire un dialogo per la mediazione
• Aprire corridoi umanitari che permettano l’assistenza alla popolazione di Gaza
• Esigere il rispetto del Diritto Internazionale Umanitario da parte di tutti i belligeranti
• Esigere la messa in atto di azioni che impediscano che vengano colpiti obiettivi civili.

È una mobilitazione civile che interroga anche le istituzioni di questa città, che chiede a Firenze di fare la propria parte mobilitandosi per attivare corridoi sanitari, offrirsi come spazio di negoziato e dialogo anche attraverso il coinvolgimento delle altre grandi capitali europee”. (s.spa.)

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