Federico Bussolin (Capogruppo Lega) e Massimiliano Baldini (Resp. Regionale Cultura - Lega): "La cultura sia strumento di pace ma non attraverso atti di censura oscurantista"

"La cultura deve certamente essere ispiratrice di valori di pace e quindi contribuire in ogni modo ad opporsi alla guerra in Ucraina, ma deve farlo con strumenti ed azioni anche simboliche ma concrete, ben differenti dal mettere un telo nero sulla copia del David di Michelangelo in Piazza della Signoria che, anzi, come ha detto lo stesso Direttore degli Uffizi Eike Schimidt, richiama atteggiamenti di natura censoria che finiscono per vanificare la natura educativa ed identitaria delle opere d'arte, minando alla radice il concetto di società libera che i grandi capolavori tendono sempre a richiamare ed esprimere, in particolar modo proprio a Firenze".
Così intervengono Federico Bussolin, Commissario della Lega della Provincia di Firenze ma anche vicepresidente della Commissione Cultura a Palazzo Vecchio, insieme a Massimiliano Baldini, Responsabile Dipartimento Cultura del partito di Matteo Salvini per la Toscana.
"Non ci meraviglia che il Sindaco Nardella abbia inteso operare in questo modo proprio perché è "figlio" di quel medesimo modo di pensare che nel 2016 ritenne corretto, seppur per motivazioni differenti ed ancor più gravi, coprire le statue dei Musei Capitolini nell'occasione della visita del Presidente iraniano Hassan Rohani, portatore di valori come quelli contenuti nella Convenzione di Faro che rappresentano una minaccia per il futuro e l'integrità del nostro patrimonio culturale laddove, dietro l'apparenza delle buone intenzioni, si giunge a permettere atti di oscurantismo verso le nostre sculture ed i nostri dipinti.
Crediamo al contrario - concludono gli esponenti leghisti - che la cultura, proprio in questo momento drammatico, possa e debba fare azioni, anche simboliche - come quelle che vedono, in più luoghi in Italia, grandi artisti ucraini e russi insieme, fianco a fianco, esprimersi nelle loro discipline - di contenuto largamente più concreto, più bello e più libero rispetto a quello di oscurare completamente le nostre grandi opere d'arte". (fdr)   

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