Francesco Pastorelli (PD): “Sport e maternità. La vicenda di Lara Lugli”

“Abbiamo appreso dalla stampa e dai telegiornali della vicenda di Lara Lugli, mamma “licenziata” dalla propria società e oggetto di richiesta danni per essersi macchiata di una colpa indelebile: essere rimasta incinta e aver deciso di coltivare il proprio desiderio di maternità.

Mi piacerebbe dire come si tratti di una vicenda incredibile, più unica che rara, ma tristemente non è così.

Purtroppo – sottolinea il consigliere del Partito Democratico Francesco Pastorelli – sono tantissime le atlete costrette a scegliere tra la loro carriera sportiva e la maternità e questo è tanto più grave in un paese – è notizia di questi giorni – in pieno “inverno demografico”, con un crollo della natalità che, come hanno ricordato il Presidente Draghi e il Sommo Pontefice, significa, per una comunità, non avere futuro.

Il tema viene da lontano e si intreccia con la questione, da lungo dibattuta, della riforma dello sport cui ora si sta mettendo mano con non poca fatica e difficoltà.

Dal 1981 la legge sul professionismo sportivo ha cercato di regolamentare il settore demandando però al Coni e alle altre federazioni sportive il compito di stabilire quali fossero le discipline sportive professionistiche, compito al quale queste ultime non si sono dedicate con particolare vigore per cui, ad oggi, solo quattro discipline – esclusivamente a livello maschile – sono riconosciute come professionistiche (calcio, fino alla LegaPro, Basket di A1, Ciclismo e Golf).

La conseguenza è che, per tutti quegli atleti ma anche istruttori, allenatori e dirigenti che vivono di sport che è il loro mondo e la loro professione e che tanto divertimento portano nelle nostre case oltre che lustro al nostro paese per i risultati conseguiti, non sono lavoratori a tutti gli effetti e, dunque, non godono delle tutele proprie del contratto di lavoro.

Comprendo le preoccupazioni delle società sportive sull’aumento dei costi e delle guarentigie legate al riconoscimento giuridico della professionalità allo sport praticato dai propri atleti. Una preoccupazione in qualche misura legittima e che potrebbe davvero pregiudicare gli equilibri di alcune realtà ma, perdonatemi, trovo intollerabile che la maternità, un diritto che non può non essere riconosciuto come inalienabile e insopprimibile per qualsiasi donna, debba scendere a patti con meri equilibri di bilancio. Credo che dobbiamo avere chiara e ben salda una scala di valori che ci arriva da lontano, dai valori della tradizione giuridica occidentale, sia che si guardi a dottrine di stampo più marxista, sia laiche che di stampo solidaristico cattolico, in cui la maternità e il diritto all’autodeterminazione della donna stanno su un piano ben più elevato dei meri diritti patrimoniali.

Per questo, a prescindere dalle riforme che verranno, sono felice della vittoria di Lara – conclude il consigliere PD Francesco Pastorelli – che ha visto ritirare ogni pretesa dalla sua ex società. Lo considero una piccola grande conquista di civiltà e di rispetto dei diritti fondamentali della donna che mi auguro apra la strada a molte altre.

#forzalara!”. (s.spa.)

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