“Oggi la Commissione Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione ha ospitato un approfondimento sul significato storico del Giorno del ricordo, istituito con la legge 30 marzo 2004, n. 92, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale. Conoscere la complessità delle vicende storiche che hanno caratterizzato gli eventi succedutesi sul confine orientale a partire dall’inizio del Novecento – spiega la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – può aiutare ad avere consapevolezza e capacità di comprensione. Ci hanno guidato in questo percorso tre ospiti esterni che voglio ringraziare per la disponibilità e la ricchezza del contributo di riflessione che ci hanno offerto, in primis Silva Rusich figlia di esuli istriani, che ci ha portato un’importante testimonianza legata sia alla storia del padre Sergio Rusich e della madre sia ad un lavoro di scavo nella storia che lei stessa ha fatto per recuperare le priorie radici. Grazie poi allo sguardo storico del prof. Luca Bravi, docente dell’Università di Firenze, grande esperto del tema impegnato nell’animare un progetto di conoscenza della storia sviluppatasi sul confine orientale promosso dalla Regione Toscana, e del prof. Franco Quercioli educatore di tante generazioni di bambine e bambini, che ci ha richiamato all’importanza di formare giovani e adulti ad una lettura critica della storia e all’importanza di coltivare la memoria.
Ricordare vuole dire volgere lo sguardo a tutta la storia, a discriminazioni, internamenti e uccisioni di donne, uomini e bambini slavi, vittime di feroci persecuzioni etniche e politiche da parte del Fascismo pensiamo al campo di concentramento di Gonars, costruito nell’autunno del 1941, e poi dei nazisti, nonché alle reazioni di vendetta che si accanirono anche su popolazioni completamente estranee alle violenze commesse, generando violenze altrettanto atroci, pensiamo alla foiba di Basovizza, e infine l’esodo istriano e dalmata da una terra nella quale da secoli erano presenti comunità italiane.
Come ha sottolineato il prof. Bravi – conclude la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – è importante recuperare la memoria di quella storia, perché la formalizzazione determinata dall’istituzione del giorno del ricordo, come per il giorno della memoria, pone in evidenza un aspetto essenziale del confronto tra storia, memoria collettiva e memoria sociale che trova ripercussioni anche in campo educativo, cioè quello dell’uso pubblico della storia”. (s.spa.)