La coordinatrice Dardano: “Confronto aperto con le altre realtà per strategie comuni. Obiettivo per il futuro, un ‘check point’ cittadino”
Sono otto le “fast track cities” in Italia, tra cui Firenze, ovvero le città che hanno aderito al protocollo Fast-Track per la sconfitta dell’AIDS entro il 2030. Rappresentanti delle istituzioni, del mondo sanitario e dell’associazionismo di queste città si sono confrontati il 1 luglio a Milano al Convegno Nazionale “Think Tank Fast-Track Cities (FTCs) Italia”. I temi emersi sono stati affrontati nell’ultima riunione del tavolo comunale sull’HIV coordinato da Mimma Dardano, consigliera speciale del sindaco su nuove povertà post-Covid, corretti stili di vita e dipendenze e presidente commissione Politiche sociali, che si è riunito nei giorni scorsi. Presenti rappresentanti di tutte le realtà che a vario titolo si occupano del tema in città, da Usl Toscana Centro e Careggi e Società della Salute di Firenze a LILA Toscana, Cooperativa CAT, IREOS, associazione Arcigay, associazione Progetto Arcobaleno.
FTCs si concentra sullo sviluppo di una rete di città che liberamente scelgono di focalizzarsi sul raggiungimento del traguardo 90-90-90 dell’OMS e sulla riduzione dello stigma e della discriminazione nei riguardi delle persone con HIV a zero. Lanciata in occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS 2014, attualmente la rete è cresciuta fino a includere più di 300 città nel mondo.
“Abbiamo discusso delle esperienze finora condotte nelle varie città italiane, degli obiettivi raggiunti localmente e di quelli da raggiungere in futuro, delle possibili iniziative comuni nel corso del prossimo biennio. – ha spiegato Dardano – Tra le proposte, una convergenza di tutti i presenti al tavolo c’è stata per la realizzazione di un ‘check-point cittadino’ con il coinvolgimento attivo delle associazioni, una struttura ad hoc in cui poter reperire informazioni utili, aiuto e supporto. Continueremo a lavorare tutti assieme per promuovere sempre di più iniziative e momenti di sensibilizzazione sull’HIV, perché solo così possiamo fare realmente prevenzione. Non dobbiamo abbassare la guardia rispetto all’AIDS”.
(sa. ca.)