Il cardinale Betori a Palazzo Vecchio per la consegna del messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace

Il sindaco Nardella: “La cultura della cura per vincere lo scontro e l’individualismo”

“La cultura della cura e della coesione per vincere lo scontro e l’individualismo. È davvero bello che Papa Francesco quest’anno abbia scelto come tema del suo messaggio di pace il prendersi cura dell’altro. Perché senza la capacità di guardare l’altro, di ascoltarlo, di mettersi al suo pari non esistono le relazioni e senza queste non c’è la pace”. È quanto ha detto il sindaco Dario Nardella, accogliendo oggi a Palazzo Vecchio l’arcivescovo di Firenze cardinale Giuseppe Betori per la tradizionale consegna del messaggio papale per la Giornata mondiale della pace al sindaco. Un incontro che quest’anno, per le limitazioni dovute all’emergenza sanitaria, ha visto la partecipazione soltanto di una ristretta delegazione di amministratori formata dall’assessore al dialogo con le confessioni religiose Alessandro Martini, dal presidente del Consiglio comunale Luca Milani, dai vicepresidenti Maria Federico Giuliani ed Emanuele Cocollini e dalla presidente della commissione Pace Donata Bianchi. 

“Il Pontefice tempo fa ha usato una espressione che mi ha colpito molto – ha sottolineato il sindaco –: peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla. Poche parole con cui ha centrato il senso della sfida contenuta in questa pandemia. Se non vogliamo sprecare questa crisi dobbiamo trarre insegnamento prima di tutto dalle privazioni che ha causato, tra cui sicuramente quelle delle relazioni sociali. In questi mesi abbiamo imparato quanto sia importante il prendersi cura dell’altro, del malato, del parente, dell’amico, dell’anziano, di chi è più in difficoltà. In questi mesi abbiamo toccato con mano quanto la comunità di Firenze, poco abituata ad affrontare emergenze sociali, si sia ritrovata all’improvviso a dover far fronte a bisogni crescenti di famiglie che fino a poco tempo prima non avevano problemi”. “Il prendersi cura ci interroga sulla capacità di resilienza dell’uomo rispetto alle grandi emergenze, come appunto la pandemia e la conseguente crisi economica e sociale – ha aggiunto il sindaco –, capacità di resilienza che poi è la forza che ci permette di coltivare la pace. Perché è quando ci rendiamo conto delle nostre fragilità che mettiamo da parte la voglia di sopraffazione e di dominare l’altro, ponendoci tutti sullo stesso piano. Sono molto grato a Papa Bergoglio per il suo messaggio e per essere stato in questi mesi difficili un faro per tutti noi”.

Il sindaco ha infine ringraziato il cardinale “per il supporto, la sua collaborazione, la sua attenzione nei confronti dei cittadini” molto importante in questo momento difficile. (mf)

 

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