Il Memoriale italiano ad Auschwitz è un’opera di proprietà dell’Associazione nazionale ex deportati (Aned), nata grazie alla collaborazione di un gruppo di intellettuali che produssero una delle prime installazioni multimediali per celebrare gli italiani caduti nei campi di concentramento nazisti.
Inaugurato il 13 aprile 1980 nel Block 21 del campo di sterminio tedesco ad Auschwitz in Polonia, è il frutto di una progettazione collettiva e corale a cui contribuirono lo studio architettonico milanese BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers), lo scrittore Primo Levi, il pittore e maestro Mario “Pupino” Samonà, Nelo Risi e il compositore Luigi Nono che per la colonna sonora concesse l’uso del suo brano “Ricorda cosa ti hanno fatto ad Auschwitz”.
Il Memoriale fu pensato come un'enorme spirale ad elica che occupava tutte le stanze al primo piano del Blocco 21, due tunnel affiancati con pareti decorate, da percorrere all'interno lungo una passerella, fatta di traversine in legno per evocare quelle ferroviarie, guardando un affresco di 500 metri suddiviso in ventitré strisce su cui Samonà racconta il fascismo e il nazismo, la Resistenza e la deportazione. Con colori ripetuti non casualmente. Dal nero del fascismo e dell’oscuro periodo della violenza si passa agli altri colori che trionfano sempre più: il bianco che allude al movimento cattolico, il rosso del socialismo e il giallo che riconduce al mondo ebraico.
Primo Levi e Gianfranco Maris, allora presidente dell'Aned, scrissero nel 1979 che il Memoriale italiano voleva essere "un luogo dove la fantasia e i sentimenti potranno evocare, molto più delle immagini e dei testi, l'atmosfera di una grande indimenticabile tragedia".
L'obiettivo dichiarato dal suo ideatore, Lodovico Belgiojoso, deportato nei campi di sterminio anche lui e autore di più memoriali, era ricreare allusivamente un'atmosfera da incubo, l'incubo del deportato: uno spazio ossessivo, tra luci e ombre e 'finestre' aperte sugli altri blocchi del campo.
Il primo progetto dell'allestimento risale al 1975. Ma a causa della difficoltà di reperimento di risorse economiche andò a compimento solo cinque anni più tardi.
Dal Block 21 alla rinascita nell’Ex3 di Firenze
L’opera arriva in Italia a inizio 2016, al termine di una lunga e dolorosa vicenda iniziata nel 2007 che porta prima alla chiusura al pubblico e poi alla minaccia di smantellamento da parte della direzione del Museo di Auschwitz.
Un anno e mezzo prima, nel 2014, il Comune di Firenze e la Regione Toscana avevano accolto la proposta dell’Aned di ospitare nel capoluogo toscano il Memoriale, convinti del valore storico, culturale, artistico, civile dell’opera e sulla consapevolezza della presenza in Toscana di sensibilità e competenze largamente diffuse sui temi della memoria, espresse negli anni con impegno sia dalle istituzioni che dalla società civile.
La sede prescelta è l’Ex3 nel quartiere fiorentino di Gavinana (viale Europa/Piazza Bartali). Sul centro espositivo inizia un profondo intervento di ristrutturazione e rifunzionalizzazione. Contestualmente il Memoriale, usurato da molti anni di conservazione in un ambiente non ottimale in Polonia, è oggetto di restauro grazie all’Opificio delle Pietre Dure, alla Cooperativa Archeologia e alla messa a disposizione da parte di Firenze Fiera di un locale sufficientemente grande per consentire gli interventi. L’operazione rappresenta un caso unico di restauro di un’opera di arte contemporanea, considerate sia le dimensioni sia le caratteristiche multimediali.
Il nuovo allestimento viene inaugurato ufficialmente l'8 maggio 2019. L'Aned progetta e allestisce una mostra temporanea sulla storia della memoria della deportazione italiana lungo i decenni, visibile al piano terra della struttura.
Il Memoriale resta fruibile al pubblico fino a febbraio 2022, quando l’avvio del secondo lotto di lavori di rifunzionalizzazione degli spazi richiede la chiusura. Nel frattempo, i contenuti storico-scientifici del progetto museografico e dell'allestimento vengono definiti da un gruppo di lavoro coordinato dal Museo della Deportazione, nel quadro di un’intesa fra Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Prato e lo stesso Museo.
Nell’estate 2023 si concludono le opere di rifunzionalizzazione dell’Ex3 e di allestimento museografico. L’11 luglio viene firmato il protocollo di intesa per la gestione e la valorizzazione del Memoriale tra Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Prato, Aned, Fondazione “Museo e centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana”. Il protocollo stabilisce che la gestione verrà affidata alla Fondazione “Museo e centro di documentazione della Deportazione e Resistenza”, che a sua volta modificherà la sua governance aprendo all’ingresso nella compagine di Regione Toscana, Comune di Firenze e Aned. Inoltre, la nuova “casa” del Memoriale cambia nome: l’Ex3 si chiamerà “Memoriale delle Deportazioni”.
Infine i firmatari convengono che la data per la riapertura al pubblico sarà il 25 luglio 2023, anniversario della caduta del regime fascista.
Il 7 luglio scorso, il Ministero della Cultura notifica all’Aned il riconoscimento del Memoriale come opera oggetto di tutela per il suo rilevante interesse storico-artistico (art. 10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio), “in quanto testimonianza di espressione di cultura e di storia, ovvero quale testimonianza dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche e collettive”.
La rinascita, un lavoro di squadra
La rinascita del Memoriale è il risultato di un complesso progetto che ha visto lavorare fianco a fianco Regione Toscana, Comune di Firenze, Ministero per i Beni e le attività culturali, Aned, Comune di Prato, Fondazione “Museo e centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana”con il sostegno decisivo nel corso degli anni di organizzazioni come la Fondazione Cr Firenze, Firenze Fiera, Unicoop Firenze, Studio Belgiojoso, Cooperativa archeologia. K-Array, Tempo Reale.
L’intera operazione che ha portato il Memoriale in Italia ha un valore pari a 3.047.200 euro, a cui vanno aggiunti i costi di assicurazione a carico del Comune di Firenze (3.500 euro annui).
La Regione Toscana è l’istituzione che ha contribuito maggiormente con oltre 2 milioni e mezzo di euro, in particolare per rifunzionalizzazione, allestimento museale, progetto museologico. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha sostenuto i costi - 156.960 euro - per le operazioni di documentazione, messa in sicurezza, smontaggio, imballaggio, trasporto e riallestimento a Firenze. A finanziare il restauro è stata la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze con un ‘contributo in opera’ di 280 mila euro nell’ambito della normativa sull’Art Bonus, a cui vanno sommati ulteriori 30 mila euro provenienti dal crowdfunding promosso da Unicoop Firenze.
Per dare una nuova “casa” al Memoriale, il Comune di Firenze, proprietario dell’immobile ha messo a disposizione l’Ex3 e ha eseguito direttamente i lavori di rifunzionalizzazione degli spazi.