“Il rientro degli studenti stranieri una risorsa per far ripartire l’economia della nostra città”
L’emergenza sanitaria ha allontanato da Firenze migliaia di studenti statunitensi che avevano iniziato il loro percorso di studio. “Sono circa una cinquantina gli istituti che hanno sede presso la nostra città – sottolineano il presidente del Consiglio comunale Luca Milani e la presidente della Commissione Istruzione, Lavoro e Formazione Laura Sparavigna che hanno incontrato una delegazione di docenti ed impiegati in queste scuole a Firenze – con un sistema culturale ed economico che vale centinaia di milioni. La crisi economica che sta investendo, non soltanto l’Italia, ma anche gli Stati Uniti, con una forte ricaduta sul sistema universitario Nord americano, ha spinto gli atenei statunitensi a mettere in opera un apparato imponente di norme protezionistiche al fine di trattenere gli studenti in Patria. I docenti che lavorano a Firenze hanno già perduto qualunque possibilità lavorativa per le sessioni estive e sperano sono nella ripresa autunnale anche se le prospettive non sono rosee. Si parla di un riavvio dei corsi solo ad inizio 2021. Si tratta di un settore – sottolineano Milani e Sparavigna – in cui lavorano migliaia di persone, tra docenti e non docenti (tutto il personale amministrativo), tralasciando l’indotto fatto di ristorazione, musei, negozi, migliaia di alloggi affittati per intere stagioni, le stesse sedi delle scuole che spessissimo sono palazzi storici che devono la loro sopravvivenza al fatto di essere diventati istituti di studio internazionale. Abbiamo partecipato alla manifestazione che si è svolta per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla difficile situazione che stanno vivendo centinaia di persone che lavoravano in questo settore. Siamo impegnati – aggiungono Milani e Sparavigna – a portare il problema all’interno delle istituzioni comunali. Una soluzione prospettata prevede la garanzia, da parte del Governo, di una presenza allungata, fino a 150 giorni, per gli studenti che scelgono di studiare a Firenze. E’ un modo per esentare gli studenti americani, che si fermano più di tre mesi, dalla richiesta di permesso di soggiorno, il cui procedimento non si conclude mai prima del loro rientro in Patria andando ad intasare inutilmente le questure. L’operazione è già stata fatta dal governo francese, spagnolo, austriaco e dalla Repubblica Ceca che tentano così di attrarre gli studenti statunitensi. Dobbiamo capire – concludono i presidenti Milani e Sparavigna – che gli studenti stranieri sono una risorsa per la nostra economia ed il loro ritorno può contribuire a far ripartire Firenze”. (s.spa.)