“Lo spirito che deve animarci è Liberi, Uguali e Solidali”
Il presidente del Consiglio comunale Luca Milani ha ricordato la 28° Giornata della Legalità che si è svolta lo scorso sabato e alla quale anche il Comune di Firenze ha aderito mettendo un lenzuolo bianco sulla terrazza di Palazzo Vecchio.
“L'assessore Martini – ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – ha dato vita ad un confronto istituzionale con i principali protagonisti della Legalità nella nostra città; tutte le istituzioni, le associazioni di categoria, le associazioni no profit ecc dal titolo “Ricordando i Georgofili, confronto sulla legalità al tempo del Covid 19”.
“Già in Consiglio Comunale – ha aggiunto il presidente Luca Milani – abbiamo ricordato il rinvenimento del corpo senza vita del Presidente della Dc Aldo Moro, avvenuto il 9 maggio 1978. In quello stesso 9 maggio, in Sicilia, a Cinisi, veniva ucciso il giornalista Peppino Impastato ucciso durante la notte dalla mano mafiosa. Oggi ricordiamo il 23 maggio del 1992, la strage di Capaci e l'uccisione di Giovanni Falcone, e di altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Infine, il 27 maggio del '93 alle 01,04 la strage di Firenze, la strage dei Georgofili.
Donne e Uomini dello Stato colpiti e uccisi. Per quelle stragi però altrettanti funzionari dello Stato, determinati a portare giustizia, sono stati coinvolti ed a Firenze non è possibile non ricordare Piero Luigi Vigna con i suoi magistrati Gabriele Chelazzi, Francesco Fleury e Giuseppe Nicolosi.
Altri uomini delle istituzioni invece si sono adoperati nei depistaggi e nell'occultazione di prove e, dalle indagini successive, spesso sono emerse ombre inquietanti.
Se possiamo asserire che il terrorismo è sconfitto, la mafia certamente ancora no. Per questo è importante continuare a lavorare, perché i cittadini del nostro Paese siano più consapevoli dell’importanza e direi della bellezza di sentirsi protetti da uno Stato e da un sistema di regole che vedono nella Costituzione il riferimento fondamentale.
Le nostre coscienze, tuttavia, devono essere allenate, perché nessuno accetti più che esistano degli “ostacoli che limitino la libertà, l’uguaglianza e il pieno sviluppo della persona umana”.
Perché questo di fatto, fa la mafia.
In queste sere abbiamo visto in TV interviste nelle quali giovanissimi dichiarano che la mafia e la camorra portano lavoro e hanno attenzione per la povera gente e danno una opportunità, lo Stato invece no. Dichiarazioni agghiaccianti.
Un articolo di Giuseppe Pignatone su La Repubblica pone l'attenzione sulle borgate palermitane e napoletane per episodi di distribuzione di cibo e di piccole somme di denaro per far fronte alle necessità più urgenti. E' così che le cosche consolidano consenso sociale e acquisiscono la disponibilità di nuova manodopera per le loro attività criminali. Un altro fenomeno che interessa tutta Italia è costituito dall'usura, un settore in cui la presenza delle mafie è cresciuta sensibilmente negli ultimi anni.
Ma come possiamo operare, come amministratori, per fortificare le nostre comunità nella convinzione di uno Stato che opera secondo il principio del buon padre di famiglia che non lascia indietro nessuno?
La buona politica è garantita non solo dalle giuste leggi e istituzioni ma anche dalla relazione tra i cittadini, dall'aiuto solidale e sincero.
Il risanamento di una città comincia dal risanamento dei rapporti tra le persone. Questa è una vera e propria sfida culturale e per vincerla bisogna comprendere, conoscere il passato, la nostra storia; occorre partire da una scuola che non sia “un ospedale che cura i sani e respinge i malati” per dirla come don Lorenzo. Per vincere le sfide di oggi dobbiamo sanare le ferite e correggere gli errori e proseguire verso un unico obiettivo che ci unisce tutti: il bene comune. Lo spirito che deve animarci è “Liberi Uguali e Solidali”. Per fortuna – conclude il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – in Italia esiste una vasta e capillare rete di assistenza e solidarietà formata da parrocchie, associazioni confessionali e non, gruppi spontanei, associazioni sindacali. E’ il cosiddetto terzo settore, una risorsa preziosissima di persone che conoscono capillarmente il territorio e i bisogni di chi lo abita e che lo Stato può e deve sostenere e valorizzare”. (s.spa.)