Immobili storici tutelati, Amato (Gruppo Misto): “Firenze elimina il restauro e spiana la strada alla speculazione immobiliare”

“Ritiro della proposta di Variante Urbanistica”. La richiesta viene da architetti e urbanisti e ne parleranno nell'incontro pubblico di domani, 28 marzo alle ore 17 allo Spazio InKiostro, in via degli Alfani, 49

Firenze può dire addio al restauro edilizio e alla tutela degli immobili storici e l'amministrazione comunale spiana la strada alla speculazione immobiliare nel centro storico, se il Consiglio approverà la Variante al Regolamento Urbanistico, in discussione alla commissione Urbanistica come adozione della proposta di delibera”. Lo afferma Miriam Amato, consigliera del gruppo misto aderente a Potere al Popolo, durante la conferenza stampa tenuta oggi insieme a urbanisti e architetti dell'Università di Firenze e di Bologna. “Sarà come una 'bomba libera tutti' – aggiunge la consigliera – la variante mette a rischio tantissimi edifici ancora tutelati, grazie all’abolizione del vincolo di restauro, perché con la prevista “ristrutturazione edilizia” si potrà stravolgere palazzi e appartamenti di interesse storico e architettonico, consentendo anche il cambio di destinazione d'uso e dandoli così in pasto a società finanziarie e immobiliari, per fare operazioni speculative nel centro storico ma anche fuori”.
L'elenco è preoccupante e comprende anche ex caserme, industrie dismesse, ex ospedali, e palazzi vari. Si va dall'ex Teatro Comunale all'ex Cassa Risparmio di via Bufalini, da Villa di Rusciano all'ex Manifattura Tabacchi, dalla Fortezza da Basso all'ex Tribunale di S.Firenze, dalle ex Grandi Officine Riparazioni alle ex Meccanotessile, dall'ex caserma Cavalli del Cestello all'ex caserma Ferrucci di S.Spirito, dall'ex Caserma Redi di via Micheli all'ex Palazzo delle Poste, dall'ex Procura di piazza della Repubblica all'ex Camera di Commercio, da ex ospedali di Careggi all'ex Meyer, dall'ex deposito del tram di via Casaccia dall'ex ospedale Monte Oliveto.
Sarà la Soprintendenza, tramite trattative riservate, caso per caso – sottolinea Amato – a decidere il destino della città monumentale, sempre che non scatti il silenzio assenso. Così il Comune elude un suo obbligo costituzionale: la pianificazione del territorio comunale. Allargando le maglie d’intervento sui grandi “contenitori” dismessi e favorendone la vendita, la Variante accelera i processi di espulsione dei cittadini dalla città storica. Il pretesto è offerto dall’allineamento delle norme del Regolamento Urbanistico a recenti indirizzi legislativi e giurisprudenziali. Questi dispongono che il cambiamento di destinazione d’uso degli immobili storici, per esempio da convento ad albergo, è ammesso solo in caso di restauro purché previsto anche dalle norme del Regolamento stesso e in maniera coerente con le caratteristiche tipologiche dell’immobile (art. 3 D.P.R. 380/2001). A Firenze ciò diventa l’occasione – incalza la consigliera – per alterare profondamente gli interventi sul patrimonio sottoposto a tutela, per i quali oltre al restauro è inserita, la “ristrutturazione edilizia”, mentre, secondo noi sarebbe stato sufficiente aggiornare la definizione di restauro in maniera coerente con le recenti disposizioni nazionali: per questo chiediamo il ritiro della variante urbanistica”, conclude Amato.
Sulla situazione di Firenze e sulle possibili ricadute della variante urbanistica, se ne parlerà nell'incontro pubblico “All’assalto della città pubblica!” mercoledì 28 marzo, ore 17 allo Spazio InKiostro, in via degli Alfani, 49, dove saranno presenti Ilaria Agostini, ricercatrice, Università di Bologna, Miriam Amato, consigliera comunale attivista di Potere al Popolo, Antonio Fiorentino, architetto urbanista, Roberto Budini Gattai, ricercatore, Università di Firenze, coordina Ornella De Zordo. (s.spa.)

Scroll to top of the page