Accordo tra Comune di Firenze e Istituto per la bioeconomia del Cnr. Ok alla proposta presentata dall’assessore Del Re
Mappare la città in aree climatiche ‘hot’ e ‘cold’ attraverso fonti satellitari Nasa per definire tre livelli di criticità e intervenire in modo mirato mitigando le isole di calore. È l’obiettivo dell’accordo tra Comune di Firenze e Istituto per la bioeconomia del Cnr che ha avuto oggi l’ok della giunta di Palazzo Vecchio su proposta dell’assessore all’Ambiente Cecilia Del Re in vista dell’adozione del primo Piano del verde del Comune di Firenze. A partire dall’indagine, nelle aree urbane particolarmente critiche per le temperature superficiali esterne, saranno realizzate simulazioni di interventi di mitigazione dell’isola di calore per progettare i prossimi progetti di inverdimento in città.
“Di pari passo con l’adozione del nuovo piano operativo e la complessiva revisione del Piano strutturale - ha detto l’assessore all’Ambiente Cecilia Del Re -, abbiamo avviato la formazione del Piano del verde, mettendo in stretta correlazione la pianificazione del territorio e l’individuazione di misure per favorire efficienza energetica, assorbimento delle polveri sottili e riduzione dell’effetto ‘isola di calore’. In questa visione, il verde urbano diventa quindi elemento di ricucitura dei luoghi e rigenerazione degli insediamenti abitativi, attraversati da reti e collegamenti verdi in grado di influire sul benessere degli abitanti e dell’intero ecosistema. Per raggiungere questo risultato, è fondamentale affiancarsi a soggetti come l’Ibe del Cnr che fornirà elementi scientifici per fondare la nostra progettazione, andando ad aggiungersi agli accordi già siglati con i dipartimenti Dagri e Dida dell’Università di Firenze”.
Nel dettaglio, il lavoro del Cnr-Ibe riguarderà l’elaborazione dei dati in ambiente open Gis per individuare le aree nelle quali si concentrano livelli termici critici estivi e invernali (in termini di temperatura superficiale terrestre). Le caratteristiche termiche saranno indagate con dati aperti disponibili nel periodo estivo (giugno-luglio-agosto) e invernale (dicembre-gennaio-febbraio) 2015-2019, attingendo alle fonti satellitari Nasa delle missioni Landsat, che permettono di acquisire immagini adatte allo studio su scala urbana. La classificazione termica del territorio in aree di ‘hot’ e ‘cold’ spot si baserà sulla suddivisione in tre livelli di criticità secondo intervalli del 90%, 95% e 99 per cento. Sarà inoltre sviluppato un indicatore di impatto termico superficiale, ottenuto dall’integrazione dell’analisi hot-spot estiva e invernale capace di descrivere le diverse situazioni. Saranno poi selezionate le caratteristiche di vari elementi urbani capaci di modulare le temperature superficiali e di creare microclimi riferibili a differenti contesti urbani per arrivare a definire, tra l’altro, indici di vegetazione, densità di copertura arborea e consumo di suolo. Nelle aree urbane particolarmente critiche perché caratterizzate da temperature superficiali estreme saranno quindi realizzate simulazioni di mitigazione delle isole di calore. (sc)