Questo l’intervento in aula del capogruppo di Forza Italia Alberto Locchi
“Oggi ricordiamo una delle pagine più buie e dolorose della storia umana. Col Giorno della Memoria ricordiamo un periodo in cui milioni di innocenti sono stati vittime di un odio insensato, una tragedia che ha segnato per sempre il nostro mondo: l'Olocausto.
Il 27 gennaio è una data simbolica, che ci ricorda l'orrore della Shoah e la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. In questo giorno, ci fermiamo per riflettere non solo su quanto accaduto, ma anche su cosa possiamo fare, oggi, per garantire che simili atrocità non si ripetano mai più.
Sono stati sei milioni gli ebrei che hanno perso la vita nei campi di concentramento, ma anche centinaia di migliaia di Rom, disabili, omosessuali, oppositori politici e tanti altri che sono stati perseguitati, torturati e sterminati, solo perché ritenuti "inferiori". L'Olocausto non è stato solo un genocidio, è stato un atto di disumanità in cui il razzismo, l'intolleranza e l'indifferenza hanno avuto il sopravvento.
Ma oggi non vogliamo solo ricordare la sofferenza, vogliamo soprattutto riflettere sul valore del ricordo. Perché ricordare non è solo un atto di rispetto verso chi ha perso la vita, è un impegno a non dimenticare, a non lasciare che l'odio e l'intolleranza tornino a prendere piede.
La memoria è un monito. È il nostro strumento per evitare che la storia si ripeta. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia di fronte alla discriminazione e alla violenza, perché la storia ci insegna che l'indifferenza, il silenzio e l'assenza di azione possono portare a tragedie immani. Ogni volta che tolleriamo l'odio, ogni volta che lasciamo che le differenze ci separino, alimentiamo quella fiamma che una volta ha consumato milioni di vite innocenti.
Ciò che possiamo fare, quindi, è continuare a raccontare, a insegnare, a educare le nuove generazioni. Dobbiamo parlare di ciò che è successo, farlo con coraggio, senza mai nascondere la verità, anche quando è dolorosa. Il ricordo di ciò che è accaduto deve restare vivo, come una testimonianza che ci spinge a lottare per un mondo più giusto, più solidale, dove ogni vita abbia lo stesso valore, indipendentemente da religione, etnia, orientamento sessuale o opinioni politiche.
Nel 2010, assieme a Caterina Biti andammo in rappresentanza del nostro Comune, nei campi di sterminio; partii da Firenze certo che dopo tutto quello che avevo visto in film e documentari, dopo tutto quello che avevo letto ed ascoltato, non potessi rimanere colpito da quello che avrei vissuto. Mi sbagliavo, mi sbagliavo enormemente. In particolare, alla Risiera di San Sabba, proprio nel cuore di Trieste, in una giornata grigia e piovosa, dove ebbi l’onore di fare il discorso commemorativo con la fascia bianca rossa e verde addosso, rimasi enormemente scosso e ne uscii provato e colmo di pensieri opprimenti.
Oggi, siamo chiamati a portare avanti quella memoria, a farla crescere nel nostro cuore e nelle nostre azioni quotidiane. Solo così, possiamo sperare che l'orrore dell'Olocausto non si ripeta mai più. E solo così possiamo rendere giustizia a chi ha sofferto e a chi ha perso la vita.
In questo giorno, ricordiamo le vittime dell'Olocausto, ma ricordiamo anche che la lotta contro l'odio e l'intolleranza è una battaglia che non finisce mai. Il nostro impegno non deve mai vacillare. Il futuro dipende anche da ciò che scegliamo di fare oggi”.